Il «Patto per la Scuola al centro del Paese» è stato firmato dal ministro Bianchi e i sindacati nella serata del 20 maggio dopo giorni di trattative. Dalla mobilità dei docenti all’aumento degli stipendi, vediamo cosa prevede.
Il Patto per la Scuola è stato firmato dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e dai sindacati nella serata del 20 maggio.
Il Patto mette nero su bianco gli impegni che il Miur assume per insegnanti e studenti e i punti cardine d’intervento nella scuola.
Elementi centrali, e che hanno fatto ampiamente discutere, sono la mobilità dei docenti, e l’aumento degli stipendi con il rinnovo contrattuale oltre alle procedure di reclutamento, specie dei precari.
Proprio sulle assunzioni degli insegnanti e la stabilizzazione dei precari una prima mossa decisiva è stata fatta con il decreto Sostegni bis approvato sempre ieri, prima della firma del Patto per la Scuola, in Consiglio dei Ministri. Se ne prevedono di fatto 70mila da settembre e l’intervento normativo prevede anche una modifica del concorso scuola ordinario.
Vediamo cosa prevede il Patto per la Scuola e quali misure si impegna a realizzare il governo.
Patto per la Scuola: aumento degli stipendi
Nel Patto per la Scuola tra il ministro Bianchi e i sindacati centrali sono l’aumento degli stipendi e il reclutamento degli insegnanti. Per i precari e le assunzioni, come abbiamo detto, un passo decisivo è stato fatto proprio con il decreto Sostegni bis. Il Patto per la Scuola ha tra gli altri obiettivi quello di “prevedere efficaci politiche salariali per la valorizzazione del personale con il prossimo rinnovo del contratto.”
Quella dell’aumento degli stipendi degli insegnanti è una questione che è stata sollevata da tempo.
L’aumento degli stipendi con il rinnovo contrattuale, stando alle discussioni dei mesi precedenti, non andrebbe oltre i 90 euro lordi che sarebbero al netto 50 o massimo 55 euro. I sindacati avevano chiesto al precedente governo 100 euro di aumento di stipendio per gli insegnanti, ma i 2 miliardi a disposizione, considerando che i docenti sono oltre 800mila, non sarebbero sufficienti e occorrerebbe un miliardo in più.
Gli obiettivi del Patto per la Scuola sono:
- Garantire un’efficace programmazione e gestione dell’offerta formativa delle istituzioni scolastiche attraverso nuove procedure di reclutamento finalizzate ad assicurare la presenza di ogni figura professionale prevista dall’organico il 1° settembre di ogni anno. Tale impegno si deve realizzare entro l’avvio del prossimo anno scolastico, anche attraverso una procedura urgente e transitoria di reclutamento a tempo indeterminato;
- Rendere le procedure per il reclutamento del personale scolastico regolari;
- Garantire la sicurezza degli ambienti scolastici;
- Definire provvedimenti finalizzati all’innalzamento dei livelli di istruzione volti a contrastare gli abbandoni e la dispersione scolastica e per aumentare l’inclusività, per il rafforzamento dell’offerta formativa delle scuole in raccordo con i territori e per sviluppare percorsi didattici individualizzati per tutti gli studenti, attraverso un utilizzo più efficace delle risorse;
- Assicurare la continuità didattica tramite una programmazione pluriennale degli organici;
- Potenziare la formazione iniziale dei docenti della scuola secondaria;
- Definire un sistema strutturato di formazione continua;
- Programmare percorsi formativi per dirigenti e per il reclutamento e la formazione del personale ATA, compresi i neoassunti;
- Aprire un confronto sulla mobilità del personale scolastico e della dirigenza.
Riduzione dei termini per la mobilità
L’ultimo punto del Patto per la Scuola, quello sulla mobilità, è stato già affrontato nel decreto Sostegni bis stando al testo entrato in CdM.
La mobilità dei docenti, vale a dire la possibilità di spostarsi con la propria cattedra di ruolo in altra sede (migrando da Nord a Sud per esempio riavvicinandosi ai propri cari) può avvenire per i neoassunti dopo 5 anni.
Con il decreto Sostegni bis questo vincolo quinquennale sulla mobilità viene ridotto e portato a 3 anni. Una svolta per i docenti e il mondo della scuola attesa da tempo.
Con la riduzione dell’attesa per la domanda di mobilità di vuole di fatti garantire la continuità didattica agli studenti, punto anche questo centrale nel Patto per la Scuola cui seguiranno tavoli operativi per metterlo in pratica.
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