Cosa fare se non hai i requisiti per andare in pensione a 67 anni

Simone Micocci

17/05/2021

Hai compiuto 67 anni ma non soddisfi i requisiti per la pensione di vecchiaia? Per te ci sono diverse opzioni: ecco quali.

Cosa fare se non hai i requisiti per andare in pensione a 67 anni

Per andare in pensione a 67 anni (pensione di vecchiaia) bisogna soddisfare determinati requisiti. Senza di questi sarà necessario ritardare l’accesso alla pensione, con la possibilità nel contempo di godere di un trattamento di tipo assistenziale quale l’assegno sociale.

Per quanto riguarda i requisiti per la pensione di vecchiaia bisogna fare una distinzione tra chi ha un’anzianità assicurativa antecedente al 1° gennaio 1996 e chi invece ce l’ha successiva.

Per i primi - che rientrano nel cosiddetto regime misto per il calcolo dell’assegno - è sufficiente aver maturato 20 anni di contributi (anche se in realtà, come vedremo di seguito, ne potrebbero bastare anche 15), mentre per chi ha iniziato a lavorare dopo la suddetta data, rientrando dunque in un sistema di calcolo interamente contributivo, c’è da soddisfare anche un requisito economico: l’assegno maturato alla data del pensionamento deve essere pari o superiore a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale.

Senza requisiti, dunque, non è possibile andare in pensione a 67 anni; cosa fare nel frattempo?

In pensione a 67 anni: chiarimenti sui requisiti

Prima di vedere cosa fare se non si raggiungono i requisiti per la pensione di vecchiaia a 67 anni, è bene fare dei chiarimenti sugli stessi.

Ad esempio, è bene fare chiarezza sul limite della contribuzione figurativa, ossia di quei contributi accreditati - senza alcun onere per l’interessato - dall’Inps per alcuni periodi non lavorati. Non tutti i contributi figurativi si considerano ai fini della determinazione del diritto alla pensione. A chi ha un’anzianità contributiva antecedente al 1° gennaio 1993, infatti, viene richiesta una contribuzione effettiva di almeno 15 anni, con un limite di 5 anni di contributi figurativi.

Come anticipato, poi, per chi ha un’anzianità contributiva antecedente al 1° gennaio 1996 vi è anche la possibilità di accedere alla pensione di vecchiaia con 15 anni - anziché 20 - di contributi. Lo consentono le tre deroghe Amato, come pure l’Opzione Dini (meno conveniente).

Soffermiamoci invece su chi ha un’anzianità successiva al 1° gennaio 1996. Per questi, come anticipato, vi è anche un requisito economico da soddisfare per l’accesso alla pensione di vecchiaia. Nel dettaglio, questi devono aver maturato un assegno superiore a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale: dal momento che quest’ultimo nel 2021 ha un importo di 460,28€ (5.983,64€ annui), ne risulta che la pensione annua deve essere di almeno 8.975,46€ per poter smettere di lavorare a 67 anni.

Pensione a 67 anni: cosa fare se non hai i requisiti

Per chi non soddisfa il requisito contributivo - o economico - al compimento dei 67 anni, ci sono diverse possibilità.

Per chi è senza requisito contributivo le opzioni sono tre:

  • continuare a lavorare fino ad arrivare ai 20 anni di contributi richiesti così da andare in pensione negli anni successivi;
  • valutare se ci sono possibilità per versare volontariamente la contribuzione che manca per il raggiungimento dei suddetti requisiti, facendosi carico dell’onere previsto;
  • smettere di lavorare e chiedere l’assegno sociale. Questo, infatti, spetta al compimento dei 67 anni a chi è senza pensione e ha un reddito inferiore a 5.983,64€, 11.967,28€ nel caso si fosse coniugati. In tal caso si potrebbe beneficiare dell’assegno sociale fino al compimento dei 71 anni, per poi accedere all’opzione contributiva della pensione di vecchiaia (riservata, però, ai soli contributivi puri).

Per chi invece non soddisfa il requisito economico, ossia alla data del pensionamento ha una pensione annua inferiore agli 8.975,46€, ci sono altre tre possibilità:

  • continuare a lavorare così da aumentare il montante contributivo e sperare in un assegno più elevato negli anni successivi;
  • smettere di lavorare e sperare che con il coefficiente di trasformazione previsto per gli anni successivi (si ricorda che questi sono tanto più premianti quanto più si ritarda l’accesso alla pensione) si riesca a raggiungere l’importo della pensione richiesto anche a parità di montante contributivo (ne trovate un esempio di seguito);
  • smettere di lavorare e richiedere l’assegno sociale (per chi ne soddisfa i requisiti). Attendere poi o i 71 anni di età per accedere alla pensione contributiva di vecchiaia, oppure sperare che nel contempo un coefficiente di trasformazione più vantaggioso consenta comunque di raggiungere il requisito economico.

Facciamo un esempio.

Pensiamo a un disoccupato che al compimento dei 67 anni ha maturato un montante contributivo del valore di 150.000,00€. Moltiplicandolo per il coefficiente di trasformazione previsto per i 67enni, si avrà un assegno annuo di pensione pari a 8.362,50€, quindi inferiore agli 8.975,46€.

Questo deve attendere i 71 anni per andare in pensione (visto che l’opzione contributiva non richiede alcun requisito economico)? Non è detto: anche a parità di montante contributivo, infatti, questo raggiungerà i requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia a 69 anni. Per chi accede alla pensione a questa età, infatti, è previsto un coefficiente di trasformazione del 5,985%: ciò significa che sempre con un montante contributivo di 150.000,00€ si avrebbe un assegno annuo di 8.977,5€, quindi appena superiore a quanto richiesto.

E nel contempo, tra i 67 e i 69 anni, si potrebbe comunque godere dell’assegno sociale nel caso in cui se ne soddisfino i requisiti.

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