Pensione a 67 anni: davvero è più conveniente per chi ha figli?

Simone Micocci

03/07/2021

Pensione a 67 anni: il ricalcolo contributivo conviene a chi ha figli? Facciamo chiarezza a riguardo.

Pensione a 67 anni: davvero è più conveniente per chi ha figli?

La pensione di vecchiaia a 67 anni per chi ha figli è davvero più conveniente? Di seguito proveremo a scoprirlo, facendo alcune simulazioni utili per vedere cosa cambia a seconda dei casi.

Come prima cosa è necessario contestualizzare: in questo articolo ci riferiremo alle lavoratrici, per le quali la normativa riconosce un’agevolazione importante a coloro che hanno avuto figli.

Questa è riconosciuta dalla cosiddetta Legge Dini, Legge 335/1995, la quale in determinati casi consente il pensionamento a 67 anni di età e con 15 anni di contributi. Per le donne con figli, però, questa opzione risulta essere persino più vantaggiosa. Per ogni figlio, infatti, queste possono godere di un vantaggio a scelta tra:

  • quattro mesi di sconto sull’età del pensionamento (per un massimo di 12 mesi);
  • coefficiente di trasformazione maggiorato di un anno in caso di uno o due figli, di due anni in caso di tre o più figli.

Quindi o si può andare prima in pensione, o comunque si può godere di un calcolo più favorevole. Ma davvero lo è? Bisogna considerare, infatti, che per accedere all’Opzione Dini bisognerà accettare un ricalcolo interamente contributivo della pensione, e non è detto che questa operazione sia davvero così conveniente come si crede.

Pensione di vecchiaia a 67 anni per chi ha figli: è davvero conveniente?

La Legge Dini (335/1995), insieme al DL 335/2001, stabilisce che i lavoratori che al 31 dicembre 1995 possono far valere un’anzianità contributiva inferiore ai 18 anni possono optare per la liquidazione del trattamento pensionistico esclusivamente con le regole del contributivo, a patto che questi abbiano maturato un’anzianità contributiva pari o superiore a 15 anni con almeno 5 anni nel regime contributivo (quindi successivamente al 1° gennaio 1996).

Per accedere a questa opportunità, quindi, bisogna accettare un ricalcolo contributivo dell’assegno, un’eventualità che consigliamo solo a coloro che al compimento dei 67 anni non hanno sufficienti contributi (20) per accedere alla pensione di vecchiaia.

Il ricalcolo contributivo, infatti, è generalmente più svantaggioso del misto e quindi ne consegue una penalizzazione. Ma vale anche per chi ha figli? Come abbiamo visto per le lavoratrici con figli vi è il vantaggio di avere un coefficiente di trasformazione (con il quale il montante contributivo diventa pensione) più vantaggioso rispetto a coloro che non li hanno. Nel dettaglio, la pensione verrebbe calcolata con il coefficiente previsto per chi ha 68 anni nel caso di uno o due figli, 69 anni per chi ha almeno 3 figli.

Basta questa agevolazione per rendere il ricalcolo contributivo più vantaggioso rispetto al misto? Non c’è una risposta assoluta a questa domanda, in quanto comunque dipende dalla posizione contributiva della lavoratrice.

Vediamo alcuni esempi che ci aiuteranno sicuramente a capire meglio.

Esempi

Prendiamo una lavoratrice che:

  • ha maturato 15 anni di contributi nel regime retributivo;
  • ha maturato 5 anni di contributi nel regime contributivo;
  • ha un montante contributivo di: 86.000€
  • negli ultimi anni di lavoro ha percepito uno stipendio medio (lordo) di 4.000€ mensili (52.000€ annui considerando le tredici mensilità).

Questa al compimento dei 67 anni avrebbe diritto con il sistema di calcolo misto - quindi per una parte con il retributivo e per l’altra con il contributivo - a una pensione pari a:

  • calcolo retributivo (il 2% della media degli stipendi percepiti per ogni anno di contributi): 15.600€
  • calcolo contributivo (montante contributivo moltiplicato per il coefficiente di trasformazione che per chi ha 67 anni è pari a 5,575%): 4.783,35€
  • totale: circa 20.000€ di pensione annua e lorda.

Cosa succede se la pensione dovesse essere calcolata interamente con il contributivo? In tal caso, considerando una media retributiva di 3.000€ per tutti gli anni di lavoro (visto che agli inizi questa guadagnava meno che negli ultimi anni di lavoro), ne conseguirebbe un montante contributivo di circa 257.000€, che moltiplicato per il coefficiente di trasformazione darebbe una pensione annua lorda pari a circa 14.350€.

Il ricalcolo contributivo, dunque, non sarebbe vantaggioso.

Ma vale anche per chi ha figli? In questo caso il coefficiente di trasformazione sarebbe più vantaggioso, ma comunque non sufficiente per rendere il ricalcolo contributivo maggiormente premiante rispetto al misto.

Nel dettaglio, per chi ha uno o due figli il coefficiente di trasformazione sarebbe pari a 5,772%, 5,985% per chi invece ha almeno tre figli. Ne consegue, che nel primo caso ci sarebbe una pensione annua di 14.834€, nel secondo di 15.381€.

L’agevolazione riconosciuta alle lavoratrici, quindi, è sì vantaggiosa ma non tanto da giustificare un ricalcolo contributivo dell’assegno (eccetto che in casi particolari). D’altronde, il regime retributivo ha il vantaggio di considerare solamente le migliori retribuzioni.

Ma attenzione: più sono meno gli anni di contributi nel retributivo e più diventa conveniente il ricalcolo contributivo.

Prendiamo come esempio il caso limite di una lavoratrice con:

  • 1 anno di contributi nel retributivo;
  • 19 anni di contributi nel contributivo;
  • montante contributivo di: 244.000€ (considerando sempre una media retributiva di 3.000€);
  • negli ultimi anni ha percepito una media retributiva di 4.000€.

Per il calcolo retributivo, quindi, si considera solo il 2% della retribuzione media annua, appena 1.040€. Nel contributivo, invece, si avrebbe diritto a una pensione di 13.600€. In totale, dunque, si avrebbe diritto a una pensione annua di 14.640€.

E nel caso del ricalcolo contributivo? Come abbiamo visto in precedenza, 14.350€ sarebbe l’importo della pensione calcolata interamente con il contributivo, non ancora vantaggiosa. Ma in tal caso sì che il ricalcolo contributivo per chi ha figli sarebbe più conveniente, in quanto la pensione sarebbe pari a 14.834€ o 15.381€ (a seconda del numero di figli).

In conclusione possiamo dire che generalmente il ricalcolo contributivo non è vantaggioso, neppure nel caso delle lavoratrici con figli. Ma ci sono delle situazioni in cui invece lo è e solitamente è nel caso in cui gli anni maturati nel retributivo sono molto pochi.

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