Pensioni: l’impatto della pandemia sui requisiti si farà sentire. L’età pensionabile potrebbe restare invariata ancora per diversi anni.
Come noto, i requisiti per l’accesso alla pensione sono soggetti ogni due anni a un adeguamento con le aspettative di vita. Lo ha previsto la Legge Dini, ma in quel caso era in programma ogni tre anni, e con la riforma Fornero del 2011 questo meccanismo è stato fissato per ogni biennio.
Motivo per cui le persone si chiedono per quanto sarà possibile ancora andare in pensione a 67 anni (età prevista per la pensione di vecchiaia). Per rispondere a questa domanda dovremo attendere il 1° gennaio 2023, quando è in programma il prossimo adeguamento.
Ma se guardiamo ai dati attuali, alla luce di quanto purtroppo successo lato Covid, sembra che ancora per qualche anno l’età pensionabile resterà invariata.
Età per la pensione a 67 anni: fino a quando?
Prima del Covid, le stime dell’Istat prevedevano una crescita di due o tre mesi dell’età per la pensione per ogni biennio. Dopo la crescita zero nel biennio 2020-2021 (prevista dagli esperti) si stimava una crescita di tre mesi nel biennio successivo.
Questa previsione, però, non teneva conto del Covid. La pandemia, infatti, ha portato a un crollo dell’attesa di vita a 65 anni, diminuita di 13 mesi su tutto il piano nazionale (passando da 21,2 a 19,9 anni). Un dato che inevitabilmente andrà a incidere su tutti i prossimi adeguamenti, molto probabilmente ritardando l’appuntamento con l’incremento dell’età pensionabile a oltre i 67 anni.
Ricordiamo, infatti, come verrà calcolato l’adeguamento dei requisiti per la pensione il prossimo 1° gennaio 2023. Nel dettaglio, verrà calcolata la differenza tra la media dell’incremento delle aspettative di vita dopo i 65 anni nel biennio 2019-2020 rispetto a quello registrato tra il 2017 e il 2018.
È ovvio che sul confronto incideranno i decessi registrati causa Covid, i quali si sono concentrati proprio nella fascia “over” della popolazione. Tant’è che se si guarda ai dati Istat aggiornati a maggio 2021, ne risulta che da questo calcolo ci sarà una differenza negativa di ben tre mesi.
Questo significa che anche il 1° gennaio 2023, come già successo il 1° gennaio di quest’anno, non ci sarà un aumento dell’età pensionabile. Di conseguenza, si potrà andare in pensione a 67 anni almeno fino al 31 dicembre 2024.
Cosa succederà poi il 1° gennaio 2025? In quel caso verrà calcolata la differenza tra le aspettative di vita nel 2021-2022 e quelle del 2019-2020. Pandemia permettendo, dunque, da questa operazione ne dovrebbe risultare un rialzo delle aspettative di vita, e dunque a un incremento dei requisiti per l’accesso alla pensione.
Ma attenzione: perché comunque ci porteremo in dote un credito di tre mesi (sempre se i dati attuali Istat verranno confermati) e quindi non è da escludere che anche per il biennio successivo non ci sarà alcun incremento dell’età pensionabile rispetto a 67 anni attuali.
Pensione dopo i 67 anni: da quando?
Bisognerà guardare a quello che succederà nei prossimi anni per capire fino a quando si potrà andare in pensione a 67 anni. Come anticipato, ci sono buone probabilità che questo requisito resti bloccato - non per volontà politica quanto per le conseguenze negative del Covid - per il biennio 2023-2024, come pure per il 2025-2026.
Tornerà quasi sicuramente l’incremento dal 1° gennaio 2027, ma tutto dipenderà da come tornerà a crescere l’aspettativa di vita. Se la crescita sarà molto lenta allora è possibile che persino nei prossimi 10 anni si potrà andare in pensione a 67 anni; diversamente potrebbe esserci una crescita costante che porterà al raggiungimento dei 68 anni dopo il 2030.
Ricordiamo che questo meccanismo avrà conseguenze anche per le altre misure per l’accesso alla pensione, con l’eccezione della pensione anticipata e di Quota 41 (precoci), per le quali l’adeguamento con le aspettative di vita è bloccato fino al 1° gennaio 2027.
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