La pensione di vecchiaia che viene riconosciuta al lavoratore invalido del settore privato prevede decurtazioni dell’assegno?
Solo ai lavoratori invalidi del settore privato viene riconosciuta, in presenza di percentuale di invalidità pensionabile certificata pari o superiore all’80%, la pensione di vecchiaia con un congruo anticipo rispetto alla generalità dei lavoratori (sono richiesti, infatti, 56 anni per le donne e 61 anni per gli uomini con una finestra di attesa di 12 mesi).
Rispondiamo ad una lettrice di Money.it che ci scrive:
“Buongiorno vorrei chiedere la pensione anticipata per invalidità (per le donne età 56 anni e contributi 20 anni) di sicuro viene decurtata, in che percentuale ?
Grazie anticipatamente per la informazione”
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Pensione anticipata a 56 anni
La pensione in questione è una misura di vecchiaia a tutti gli effetti che, solo per i lavoratori invalidi del settore privato, riconosce la possibilità di accedere in presenza di almeno 20 anni di contributi versati con 11 anni di anticipo per le donne e 6 anni di anticipo per gli uomini nel rispetto, però, di una finestra di attesa di 12 mesi dal raggiungimento dei requisiti richiesti.
La pensione di vecchiaia anticipata nel calcolo dell’assegno previdenziale, quindi, si comporta esattamente come la pensione di vecchiaia ordinaria e non prevede penalizzazione alcuna. Ovviamente l’assegno di pensione è calcolato sulla base dei contributi effettivamente versati.
Se si vede il tutto, quindi, nell’ottica di differenza tra pensione a 56 anni e pensione a 67 anni continuando a lavorare, sicuramente la pensione ottenuta prima ha un importo minore ma solo sulla base dei minori contributi versati. Inoltre, ma solo per la quota contributiva della pensione (per gli anni di contributi versati dopo il 31 dicembre 1995) il calcolo viene effettuato applicando il coefficiente di trasformazione riferito all’età di accesso che a 56 anni, ovviamente, sarà meno favorevole di quello applicato a coloro che accedono al compimento dei 67 anni.
Non è possibile, quindi, dirle in percentuale quando andrebbe a perdere accedendo alla pensione prima, visto che non si tratta di una penalizzazione dell’assegno o di una decurtazione applicata ma di un valore minore dell’assegno dovuto al minor numero di anni di contributi versati e all’applicazione di un coefficiente meno favorevole.
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