In pensione con Opzione donna che diventa strutturale: sarebbe questa l’ipotesi di riforma del ministro del Lavoro Andrea Orlando. Si pensa anche al ricalcolo contributivo dell’assegno per tutti.
Per le pensioni possibile Opzione donna per sempre. Si tratta dell’ipotesi di riforma dalla quale ripartire nel prossimo confronto tra i sindacati e il ministero del Lavoro guidato da Andrea Orlando.
È stato proprio il ministro titolare di Via Veneto a parlare di una riforma che renda strutturale Opzione donna - l’uscita anticipata per le lavoratrici dipendenti e autonome - e che rientri quindi tra le varie alternative per un’uscita flessibile dal mercato del lavoro.
La guerra in Ucraina ha stravolto l’agenda di governo e il confronto sulle pensioni tra ministero e sindacati è fermo al palo sebbene si parli di una riforma entro il 2022. Si potrebbe tuttavia partire proprio da una revisione di Opzione donna. I dettagli.
Pensioni: Opzione donna per sempre con la riforma
Pensioni con Opzione donna per sempre rendendola strutturale. La misura è stata infatti prorogata di anno in anno, in ultimo con la Legge di Bilancio 2022 fino al prossimo 31 dicembre.
“Credo che il confronto debba ripartire tenendo conto del fatto che il lavoro per la donna è sempre doppio e il riconoscimento dei percorsi che portano alla pensione dovranno includere proprio questo dato.”
Queste sono le parole del ministro Orlando ai microfoni di Radio Immagina, la radio web del Pd, proprio nel giorno della Festa della Donna.
“Una considerazione, quella del lavoro femminile, che abbiamo fatto già con la proroga di Opzione donna che credo dovremmo provare a rendere strutturale, o almeno pluriennale, associandolo anche ad altri strumenti che tengano conto delle condizioni in cui le persone lavorano e delle differenze indotte dai diversi lavori”.
Il ministro ha spiegato come sia fondamentale procedere a una riforma delle pensioni tenendo conto le diverse condizioni di lavoro, cosa che a suo avviso non ha fatto Quota 100, e della cura della famiglia che ancora grava maggiormente sulle donne.
La Legge di Bilancio 2022 ha solo introdotto una misura temporanea per superare Quota 100 alla sua scadenza naturale nel dicembre 2021, ma la strada per una riforma strutturale delle pensioni è ancora in salita. Ripartire nel confronto sulle pensioni quindi proprio da Opzione donna. Si penserebbe inoltre, tra le altre, di allargare il calcolo contributivo dell’assegno alla pensione anticipata per tutti.
Ricordiamo che Opzione donna è la misura che permette di andare in pensione:
- a 58 anni in caso di lavoratrici dipendenti;
- a 59 anni in caso di lavoratrici autonome;
- con 35 anni di contributi.
La pensione con Opzione donna viene calcolata interamente con il sistema contributivo, anche per la quota retributiva quindi, con una penalizzazione sull’assegno che varia a seconda della posizione contributiva della lavoratrice.
Pensioni: da Opzione donna ricalcolo contributivo per tutti
Non solo per le pensioni delle lavoratrici Opzione donna strutturale o comunque pluriennale, come si evince dalle parole di Orlando, ma anche il ricalcolo contributivo previsto dalla misura esteso a tutti. Il governo potrebbe valutare quindi questa ipotesi per chi vuole andare in pensione in anticipo.
Il modello Opzione donna verrebbe così applicato a tutti i lavoratori con una perdita sull’assegno di pensione e pertanto sembra non essere la strada cui puntano i sindacati. Si potrebbe, con il calcolo dell’assegno tipico di Opzione donna esteso a tutti, andare in pensione a 64 anni di età o addirittura 63.
Si tratta di ipotesi. Qualche prima risposta sul futuro delle pensioni e Opzione donna potrebbe arrivare con il prossimo confronto tra governo e sindacati che si potrebbe avere già entro la metà di marzo.
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