Pensioni: il Ministero dell’Economia fa chiarezza su cosa succederà dal 1° gennaio 2023, quando è in programma un nuovo adeguamento con le speranze di vita.
Mentre nelle stanze della politica si decide del futuro delle pensioni, con Governo e sindacati che si sono dati appuntamento per il 16 di novembre per discutere della riforma da finanziare con la Legge di Bilancio 2022, il Ministero dell’Economia fa chiarezza su quando l’età pensionabile tornerà a salire.
Con il decreto del 27 ottobre 2021, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n°268 del 10 novembre 2021, infatti, il Ministero dell’Economia ha fatto chiarezza sull’adeguamento tra i requisiti di accesso al pensionamento e gli incrementi della speranza di vita.
Un appuntamento che per qualche anno interesserà solamente la pensione di vecchiaia, la sua opzione contributiva, e la pensione anticipata contributiva: per la pensione anticipata e per Quota 41, infatti, è intervenuto il decreto 4/2019 bloccando l’adeguamento con le speranze di vita sia per i bienni 2021-2022 e 2023-2024 che per quello successivo, il 2025-2026.
Pensioni: come funziona l’adeguamento con le aspettative di vita
Facciamo un passo indietro per ricordare che l’età pensionabile è soggetta ogni biennio a revisione, tenendo conto della variazione delle speranze di vita intercorsa nel frattempo. Prima la Legge Dini e poi la riforma Fornero hanno perfezionato questo meccanismo, stabilendo che l’adeguamento - al rialzo - dei requisiti per l’accesso alla pensione debba esserci ogni biennio.
L’ultima volta che questo meccanismo ha portato a una variazione dei requisiti per la pensione è stato il biennio 2019-2020, quando c’è stato un incremento di 5 mesi che ha portato ai seguenti cambiamenti:
- pensione di vecchiaia: età che da 66 anni e 7 mesi è salita a 67 anni;
- pensione di vecchiaia contributiva: da 70 anni e 7 mesi di età si è saliti a 71 anni;
- pensione anticipata contributiva: il requisito anagrafico è salito da 63 anni e 7 mesi a 64 anni.
Per la pensione anticipata e per Quota 41 è intervenuto il decreto 4/2019 per bloccare l’adeguamento, quindi non ci sono state variazioni.
Per il biennio 2021-2022, invece, i requisiti sono rimasti invariati in quanto non è stato rilevato un aumento delle aspettative di vita tale da giustificare un aggiornamento. Il prossimo appuntamento con un possibile aumento dell’età della pensione, quindi, è atteso per il 1° gennaio 2023; vediamo dunque cosa ha stabilito a riguardo il suddetto decreto ministeriale.
Aumento dell’età per la pensione: da quando?
In più di un’occasione abbiamo parlato di come la pandemia da Covid potrebbe aver evitato l’aumento dei requisiti per la pensione atteso dal 1° gennaio 2023. Colpendo i più anziani, infatti, la pandemia ha fatto crollare le aspettative di vita dopo i 65 anni, con conseguenze dunque anche per il meccanismo che tiene conto di questo parametro per l’aggiornamento dell’età pensionabile.
Ricordiamo, infatti, che la variazione della speranza di vita relativa al biennio di riferimento viene computata - ai fini dell’adeguamento dei requisiti di accesso al pensionamento - “in misura pari alla differenza tra la media nei singoli anni del biennio medesimo e la media dei valori registrati nei singoli anni del biennio precedente”.
A tal proposito, i rilevamenti dell’ISTAT pubblicati il 14 maggio scorso, hanno confermato che la variazione della speranza di vita relativa alla media della popolazione residente in Italia, “ai fini dell’adeguamento dei requisiti di accesso al pensionamento”, è pari a -0,25 decimi di anno, che trasformato in dodicesimi di anno, e arrotondato in mesi, corrisponde a una variazione negativa pari a 3 mesi.
Anziché aumentare, come è stato negli anni passati, quindi le speranze di vita si sono persino ridotte. Ricordiamo però che il suddetto meccanismo non prevede la possibilità che i requisiti per la pensione possano essere abbassati.
Su queste basi, il Ministero dell’Economia ha comunicato che:
Dal 1° gennaio 2023, i requisiti di accesso ai trattamenti pensionistici di cui all’art. 12, commi 12-bis e 12-quater, fermo restando quanto previsto dall’ultimo periodo del predetto comma 12-quater, del decreto-legge 30 luglio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, e successive modificazioni e integrazioni, non sono ulteriormente incrementati.
Almeno fino al 31 dicembre 2024, dunque, i requisiti per l’accesso alla pensione, così come definiti dalla riforma Fornero del 2011, rimarranno invariati.
Da quando l’età pensionabile aumenterà di nuovo?
Bisognerà vedere cosa succederà nei prossimi anni per capire quando l’età pensionabile riprenderà a salire. Il prossimo adeguamento, che riguarderà solo pensione di vecchiaia (compresa l’opzione contributiva) e pensione anticipata contributiva è in programma per il 1° gennaio 2025 ma è ancora presto per fare previsioni.
Molto dipenderà dalla pandemia. Una volta usciti fuori da questo terrificante tunnel, infatti, ci sono buone probabilità che la speranza di vita subisca una nuova impennata. D’altronde il peggioramento di questo biennio è stato causato in primis dal Covid, quindi è ovvio che una volta che questo fattore verrà meno l’età per l’accesso alla pensione riprenderà a salire.
Una cosa è certa: in ogni caso, quindi indipendentemente da quella che sarà la misura della variazione, non potrà esserci un incremento superiore ai 3 mesi, come previsto dalla normativa attuale.
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