Pensioni: occhio alla data del 15 settembre per non perdere l’assegno

Teresa Maddonni

30/07/2021

Pensioni: INPS comunica di fare attenzione alla data del 15 settembre 2021 se non sono stati comunicati i dati reddituali perché l’assegno si può revocare, ma solo per alcune prestazioni.

Pensioni: occhio alla data del 15 settembre per non perdere l’assegno

Pensioni: occhio alla data del 15 settembre per non perdere l’assegno come informa l’INPS nel presentare il cedolino di agosto.

Si tratta della revoca, cui possono incappare alcuni titolari di pensione come INPS spiega nel dettaglio in un comunicato.

Per le pensioni la data del 15 settembre è quella entro la quale alcuni titolari dovranno comunicare i dati reddituali relativi agli anni precedenti.

INPS dà un ultimatum sulle pensioni, che per gli inadempienti già saranno ridotte nell’importo ad agosto e settembre. Ricordiamo che le pensioni sono pagate in anticipo anche ad agosto, laddove per qualcuno è previsto anche un aumento dell’importo, a partire dal 27 luglio e fino al 31 secondo il calendario INPS per chi le ritira in contanti. Per l’accredito sul conto corrente la data è quella di lunedì 2 agosto.

Vediamo ora nel dettaglio per le pensioni chi deve prestare attenzione alla data del 15 settembre secondo le raccomandazioni dell’INPS per non perdere l’assegno.

Pensioni: chi deve fare attenzione alla data del 15 settembre per non perdere l’assegno

Le pensioni sono a rischio revoca per qualcuno che dovrà tenere d’occhio la data del 15 settembre per non perdere l’assegno.

INPS specifica che per le pensioni collegate al reddito, in tutto o anche solo in parte, i cui titolari nonostante siano stati sollecitati alla fine non hanno fornito la consueta comunicazione dei dati reddituali relativi al 2017 e 2018 rischiano la revoca. Tra le pensioni legate al reddito, come ricorda l’INPS, ci sono le seguenti prestazioni:

Sulle pensioni di coloro che sono risultati inadempienti nel fornire i dati reddituali prima di tutto viene applicata una trattenuta:

  • di circa 14 euro, per le pensioni integrate al minimo;
  • pari al 10% della pensione per le prestazioni d’importo superiore.

INPS quindi ricorda che per le pensioni degli interessati titolari inadempienti ha inviato una lettera raccomandata con l’indicazione della data del 15 settembre 2021 come ultima scadenza per l’invio dei redditi richiesti.

Nella lettera INPS riporta le indicazioni utili per non incorrere nella revoca definitiva delle pensioni legate al reddito. Chiarisce infatti l’Istituto nei casi in cui i redditi richiesti non vengano inviati, si procederà alla revoca definitiva delle pensioni “per gli anni di riferimento e al recupero dell’indebito calcolato”.

Pensioni nei prossimi mesi tra riduzioni e aumenti

Le pensioni non solo nel mese di agosto, ma anche nei successivi, saranno oggetto, al di là delle prestazioni che abbiamo sopra indicato, di riduzioni e aumenti. A comunicarlo al solito è sempre l’Istituto presentando il cedolino.

L’aumento delle pensioni è dovuto al rimborso 730/2021 e nel mese di agosto è previsto solo per coloro che abbiano optato per INPS quale sostituto d’imposta e i cui flussi siano pervenuti da Agenzia delle Entrate entro il 30 giugno.

Per le pensioni di agosto, ma il rimborso continuerà anche a settembre a seconda di quando è stata presentata la dichiarazione dei redditi, si procede come scrive INPS:

  • al rimborso dell’importo a credito del contribuente;
  • alla trattenuta, in caso di conguaglio a debito del pensionato.

Specifica INPS:

“La eventuale rateazione degli importi a debito risultanti dalla dichiarazione dei redditi deve obbligatoriamente concludersi entro il mese di novembre per cui, qualora la risultanza contabile sia stata ricevuta dall’Istituto nei mesi successivi a quello di giugno non sarà possibile garantire il numero di rate scelto dal dichiarante per il versamento dei debiti d’imposta.”

Sulle pensioni nei prossimi mesi si possono trovare:

  • IRPEF mensile;
  • trattenute per le addizionali regionali e comunali relative al 2020 che si ricorda sono effettuate in 11 rate nell’anno successivo a quello cui si riferiscono;
  • trattenuta per addizionale comunale in acconto per il 2021, avviata a marzo, che proseguirà fino a novembre 2021.
  • recupero delle ritenute IRPEF relative al 2020, laddove le stesse siano state effettuate in misura inferiore rispetto a quanto dovuto su base annua (per pensioni fino a 18mila euro, per le quali il ricalcolo dell’IRPEF ha determinato un conguaglio a debito d’importo superiore a 100 euro con rateazione estesa fino alla mensilità di novembre (articolo 38, comma 7, legge 122/2010).

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