Perché Salvini rimarrà al Governo (almeno fino al 2022)

Alessandro Cipolla

17/05/2021

Matteo Salvini critica il Governo ma la Lega non mollerà le cadreghe: l’ex ministro teme Giorgia Meloni ormai pronta al sorpasso, ma l’obiettivo adesso è quello di far eleggere Mario Draghi al Quirinale per votare così nel 2022.

Perché Salvini rimarrà al Governo (almeno fino al 2022)

Matteo Salvini è al bivio. Se da un lato la tentazione di un nuovo Papeete è tanta viste le cattive notizie che arrivano dai sondaggi, dall’altro c’è l’ala governista della Lega, quella capitanata da Giancarlo Giorgetti e Luca Zaia per intenderci, che non intende minimamente uscire dal Governo ora che è ben salda nella stanza dei bottoni proprio quando stanno per arrivare i miliardi del Recovery Plan.

Del resto Forza Italia non seguirebbe mai Salvini in questo eventuale strappo, con il Partito Democratico che già ha fatto intendere come il governo Draghi andrebbe comunque avanti con la cosiddetta “maggioranza Ursula”.

Una ipotesi questa che però potrebbe non far piacere a Mario Draghi: senza la Lega, Palazzo Chigi si esporrebbe ai potenziali “ricatti” del Movimento 5 Stelle che a quel punto sarebbe numericamente decisivo per le sorti del Governo.

In questo scenario, per Matteo Salvini sembrerebbe esserci soltanto una exit strategy: far eleggere Mario Draghi al Quirinale a febbraio 2022 per andare così al voto con un anno di anticipo, nella speranza che nel frattempo Giorgia Meloni non abbia completato il suo sorpasso.

Salvini e una Lega di governo

In Italia il paradosso è che Matteo Salvini, segretario di uno dei maggiori partito del Governo, ha fretta di andare a votare il prima possibile mentre Giorgia Meloni, leader della principale forza di opposizione, aspetterebbe volentieri la scadenza naturale del 2023.

Nonostante le continue bordate di Salvini, l’ultima sulle riforme collaterali al Recovery Plan, la Lega rimarrà ben salda all’interno del Governo fino a che questo esisterà. Ve lo immaginate Giancarlo Giorgetti lasciare il Ministero dello Sviluppo Economico ora che a luglio inizieranno ad arrivare i soldi del PNRR?

Ci sono poi le 600 nomine da spartirsi a abreve, le ansie per le inchieste riguardanti il Carroccio e la volontà delle grandi Regioni del Nord di non dovere più dialogare con Roma in una posizione di opposizione.

Con le delicate elezioni amministrative che si terranno a ottobre, facile immaginare che nei prossimi mesi il livello di scontro politico tra i vari partiti della maggioranza sarà destinato ad aumentare notevolmente di tono, soprattutto considerando che a luglio scatterà il semestre bianco dove non sarà possibile sciogliere le Camere fino all’elezione del nuovo Presidente della Repubblica.

Draghi al Colle?

Passate le amministrative, tutte le attenzioni politiche a quel punto si concentreranno sul Quirinale: il mandato di Sergio Mattarella scadrà a febbraio 2022, con Mario Draghi che sembrerebbe essere il grande favorito.

Uno dei principali sponsor del banchiere è proprio Salvini: se Draghi dovesse traslocare da Palazzo Chigi al Colle, ecco che ci potrebbero essere i presupposti per delle elezioni politiche con un anno di anticipo.

Visto il trend dei sondaggi, potrebbe essere troppo tardi per evitare un sorpasso di Fratelli d’Italia ai danni della Lega. Votare nel 2023 però, darebbe a Giorgia Meloni ancora più tempo per continuare a cannibalizzare il Carroccio.

Matteo Salvini così viene descritto come un leone in gabbia, diviso tra la paura di perdere la leadership del centrodestra e la necessità di restare nel Governo. La tattica del fare una sorta di opposizione dall’interno non sembrerebbe dare i frutti sperati, ma al momento non sembrerebbero esserci alternative per la felicità di Giorgia Meloni, che non a caso ha già dichiarato di essere pronta a guidare il Paese.

Iscriviti a Money.it