Anticipazioni sulle decisioni del Cdm. Per la scienza ci sono valide ragioni per continuare ad indossare le mascherine anche all’aperto.
Lunedì 31 gennaio il Consiglio dei Ministri, tra le altre questioni da dirimere riguardo la ripresa post crisi pandemica, passerà al vaglio la possibilità di prorogare l’obbligo di utilizzo delle mascherine all’aperto.
Più fonti interne al Governo, anche e soprattutto sulla base degli studi che circolano in merito, parlano di una conferma. L’obbligo permarrà.
L’efficacia di questo strumento di prevenzione sarebbe stata confermata sia da studi recenti sia da illustri nomi del panorama medico nostrano, già noti per il loro ruolo chiave in molteplici decisioni dell’esecutivo. Approfondiamo queste posizioni.
Cdm: anticipazioni sulla decisione
Dall’aria che tira, all’estero ma anche in Italia, ci si prepara ad parziale allentamento della stretta delle misure anti-Covid. Ma non per le mascherine all’aperto.
La prospettiva danese di assenza di restrizioni e le analoghe prove generali inglesi non impressionano l’esecutivo e il Cts che al massimo parlano di superamento del sistema dei colori delle regioni e di proroga oltre i sei mesi della validità del Green pass per chi ha ricevuto la dose booster.
Davanti alla stabilità del tasso di contagi e alla curva discendente delle ospedalizzazioni, date dalla minor pericolosità di Omicron e Omicron 2, si reagisce con le solite cautele della terza dose (Lab24 riporta che l’80% della popolazione ha completato il primo ciclo) e la politica di impiego delle mascherine a tappeto, anche in quella che ancora chiamiamo zona bianca.
Circola la notizia che l’assessore alla sanità della regione Lazio Alessio D’Amato si mostra però ottimista. Pur essendo davanti ad una probabile proroga infatti stima che in primavera si possa dire addio alle mascherine. Questa dichiarazione, rilasciata alla stampa davanti all’ospedale romano Spallanzani, è in realtà piuttosto simbolica perché arrivata a margine di una cerimonia in cui sono stati ricordati i due anni dal ricovero dei primi casi rilevati nel nostro Paese.
Secondo quanto si apprende dalle voci di corridoio inoltre sarebbe in corso una valutazione anche sulle regole per la quarantena nelle scuole, la questione delle discoteche (per ora chiuse fino al 31 gennaio) e lo stop al test aggiuntivo al Green pass per chi arriva dall’UE.
Arriva un’altra conferma dagli studiosi
La perplessità di alcuni sull’effettiva utilità delle mascherine all’aperto è stata più volte smentita dai fatti, o meglio, dagli studi scientifici.
I medici Crisanti, Pregliasco, Ricciardi, Cauda e Gismondo ad esempio avevano già risposto positivamente ai microfoni di Adnkronos Salute parlando anche del fatto che le vie del centro storico di moltissime grandi città di fatto impediscano il distanziamento e che, indossare sempre la mascherina, previene il rischio che qualcuno entri in locali e mezzi pubblici senza per semplice dimenticanza o per più grave volontà di dissentire dal duplice standard applicato ad ambienti aperti e luoghi chiusi.
Vale pur sempre la pena ricordare che la circolazione del virus, pur non essendo aerea ma tramite droplets (goccioline salivari) in assenza di mascherine porta una persona con Covid-19 ad infettarne un’altra anche se alla distanza di 2 metri.
L’ultima conferma schiacciante arriva da uno studio dell’Università di Cambridge pubblicato sulla rivista Physics of Fluids. Il gruppo di ricerca, guidato dal ricercatore Epaminondas Mastorakos, ha visto la mobilitazione del dipartimento di Ingegneria dell’università britannica in cui gli studenti hanno analizzato la meccanica dei fluidi tenendo anche conto sia del parametro della casualità (forza del getto di tosse ad esempio) sia degli agenti esterni che, tra l’altro, aumentano di molto il rischio. La distanza e la velocità di diffusione dipendono sopratutto dalla qualità della ventilazione dell’ambiente di riferimento come ci ripetono da inizio 2020 scienziati e addetti ai lavori e le modellizzazioni in alcuni casi sono anche troppo ottimistiche.
La regola dei 2 metri insomma, sebbene sia «un messaggio efficace e facile da ricordare per il pubblico» come riportano i ricercatori universitari, «non è di per sé una misura di sicurezza efficace». L’integrazione della mascherina è la scelta più saggia. Prevenzione, si torna sempre lì.
L’unica perplessità coerente sarebbe: senza ulteriori calmieramenti, che costo ha mantenere le mascherine per famiglie e cittadini meno abbienti?
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