L’aumento dei contagi potrebbe incidere sullo stato di emergenza. Speranza valuta una proroga e mantiene salda la sua posizione sul Green Pass.
Per valutare la necessità di una proroga dello stato di emergenza si guarda ai numeri: il rialzo dei contagi, anche se fisiologico, non fa ben sperare al momento. Il ministro della Salute Speranza però si tiene cauto e a riguardo mostra soltanto la sua apertura e la prontezza del governo a rispondere ad ogni evenienza.
Per contrastare la curva, che sale a causa dell’intensificarsi del freddo e della conseguente permanenza delle persone in luoghi chiusi e affollati, si parla prevalentemente di Green pass e accellerata sulla terza dose.
Stato di emergenza: è ancora prorogabile?
Come si legge all’articolo 24, comma 3 del Codice della Protezione civile:
«La durata dello stato di emergenza di rilievo nazionale non può superare i 12 mesi, ed è prorogabile per non più di ulteriori 12 mesi».
A conti fatti possiamo dire che lo stato di emergenza non può durare più di 24 mesi. Il Governo quindi ha un ristretto margine davanti a sé: il termine non potrà essere prorogato oltre il 31 gennaio 2022.
Tuttavia, se lo si riterrà opportuno, si potrà procedere per via parlamentare ed emanare un provvedimento che ridimensioni lo stato di emergenza con protocolli riguardanti solo lo smartworking, il rientro dei lavoratori nei rispettivi posti di lavoro e la cassa integrazione.
Senza una proroga invece terminerebbero le loro funzioni gli organismi creati per far fronte alla pandemia quali il commissario straordinario e il Comitato Tecnico Scientifico. Attualmente quest’ultimo è composto da 11 membri, con il ruolo di coordinatore affidato al presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli e quello di portavoce a Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità.
Green pass anche nel 2022
Non potendo intervenire tramite lo stato di emergenza oltre il mese di gennaio, il Governo dovrà contare solo sul Green pass. La data di scadenza di quest’ultimo non è ancora stata definita.
Le ipotesi principali al momento sono due: un’estensione fino a primavera oppure l’estensione fino all’inizio dell’estate prossima (attorno a maggio 2022) seppur con una minore applicazione (ovvero lasciandolo obbligatorio solo per alcune categorie professionali). La Francia ad esempio lo manterrà fino al prossimo 31 luglio 2022 nonostante non sia mai stato esteso per decreto ai luoghi di lavoro.
Ultima variabile da tenere in considerazione? Il nuovo richiamo vaccinale. La terza dose al momento è dedicata soltanto alle categorie più fragili ovvero chi ha più di 60 anni, ma un’eventuale rimodulazione sarà valutata dal prossimo 2 novembre in poi, giorno in cui è fissata una riunione dell’Aifa. Il tutto è volto a raggiungere l’obiettivo del 90% dei vaccinati.
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A cosa si guarda per valutare una proroga?
Ai capisaldi della vaccinazione e della certificazione verde si andrà ad aggiungere un ulteriore periodo emergenziale in caso di statistiche preoccupanti. Il quadro attuale però non è favorevole.
Nel suo ultimo intervento il ministro Roberto Speranza ha descritto in questi termini la ripresa del contagio da Covid; da un’incidenza di 30 casi per 100 mila persone a oltre 50 e da Rt (indice di trasmissibilità) di 0,8 a poco sopra l’1.
La fase crescente è certificata dal monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità che indica tra le regioni più esposte d’Italia il Friuli Venezia Giulia. Nella zona in una sola settimana i valori sono raddoppiati. Se il fenomeno non resterà isolato la proroga potrebbe concretizzarsi.
Il dato più controverso di questa faccenda tuttavia è l’incidenza nella fascia sotto i 12 anni, ovvero quella che ancora non può essere vaccinata: il 24% dei casi totali è stato diagnosticato sotto i 20 anni, ma sul vaccino ai bambini under 12 si attendono ancora notizie da parte dell’agenzia Ema.
Nonostante la strada da percorrere potrebbe sembrare abbastanza tracciata fin qui, dobbiamo attendere qualche settimana per delle dichiarazioni nette ed ufficiali.
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