Uno tra i rischi dell’andare in vacanza all’estero è quello che riguarda il tampone positivo al rientro: ecco quanto dura la quarantena e cosa fare.
Un incubo per il turista dell’estate 2021 potrebbe essere quello di contrarre il Covid-19 all’estero, proprio durante un viaggio che dovrebbe servire come pausa dallo stress proprio della quotidianità.
Più di tutto, la paura è quella di non sapere che cosa fare qualora si risulti positivi al virus durante un viaggio all’estero, al di fuori dei confini italiani, specialmente in un periodo in cui il dilagare della variante Delta suscita sempre più preoccupazione.
Vediamo, allora, cosa fare in caso di contagio all’estero, quali sono i rischi, quanto dura la quarantena eventuale in caso di contatto con un positivo o riscontrando un esito positivo al tampone proprio in procinto di tornare dalle vacanze.
Quanto dura la quarantena all’estero
Nel caso in cui si venga in contatto con un positivo o si contragga il virus Covid-19 durante una vacanza all’estero, si viene sottoposto a una quarantena. Ciò vuole significare che non sarà possibile, almeno in via immediata, fare rientro in Italia.
In questo caso, infatti, il green pass viene revocato. Per di più, bisogna sottoporsi a una quarantena in isolamento in un Covid hotel o in una struttura prevista in questi casi dal Paese ospitante.
Il Covid hotel o la struttura per l’isolamento cautelativo, può essere a spese dello Stato di cui si è ospiti, ma può anche succedere che debba essere pagata a spese del viaggiatore in vacanza. In ogni caso, ci sarà una pronta assistenza da parte dell’Ambasciata italiana, volta alla tutela del turista.
Se sono positivo al Covid all’estero, posso tornare in Italia?
Se si risulta essere positivi prima del rientro, il passeggero viene bloccato e non gli è consentito intraprendere il viaggio. Si procede innanzitutto con un tampone o un test per la ricerca del Covid-19. Qualora poi, il contagio dovesse essere confermato, allora il soggetto resterà in quarantena o in isolamento per due settimane. Al termine della quarantena, si potrà fare rientro al domicilio in Italia.
A seconda del Paese, l’iter per i turisti segue vie diverse. A cambiare non sono solo le strutture offerte, ma anche i costi ad esse inerenti a spese del viaggiatore. Qualora si avessero problemi a rientrare dopo le due settimane trascorse, attraverso l’ambasciata o il consolato del Paese in cui ci si trova, è possibile verificare l’eventualità di un rientro in patria con la collaborazione dell’Unità di crisi della Farnesina.
L’Unità di crisi, comunque, va contattata solo in caso di estrema necessità, per lasciare la possibilità di usufruirne a chi ne ha davvero bisogno.
Cosa fare prima di partire per il viaggio all’estero
Mentre si prenota un viaggio, proprio in visione del fatto che, nella peggiore delle ipotesi, potrebbe essere necessaria una quarantena prima del rientro, è bene pianificare il viaggio mettendo in conto eventuali ritardi nel rientro e tenersi aggiornati in modo costante sulla situazione epidemiologica delle aree dove si decide di viaggiare.
Prima di mettersi in viaggio, è possibile consultare il sito Viaggiare Sicuri, in modo da sapere con certezza quali sono le norme anti-contagio presenti al momento su quello specifico territorio in cui si vuole intraprendere il viaggio.
Un’assicurazione sanitaria potrebbe essere anche un ausilio in caso di malattia, in quanto si andrebbero a coprire tutte quelle spese mediche all’estero che altrimenti potremmo avere difficoltà a gestire, in caso di malattia allo stadio grave.
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