Reazione avversa dopo il vaccino, l’odissea di Alessandra: “Mi sento abbandonata”

Alessandro Cipolla

9 Settembre 2021 - 16:28

La storia di Alessandra raccontata a Money.it: “Ho dei seri problemi dopo la seconda dose del vaccino ma dai controlli non risulta nulla, mi segue solo il medico di base e dopo la segnalazione l’ASL mi ha soltanto augurato una buona guarigione”.

Reazione avversa dopo il vaccino, l’odissea di Alessandra: “Mi sento abbandonata”

In Italia mai come in questo momento è d’attualità il dibattito sui vaccini contro il Covid, vista la possibilità paventata da Mario Draghi dell’introduzione di un obbligo e le imminenti nuove strette in materia di green pass.

Il racconto fatto a Money.it da Alessandra, una quarantacinquenne impiegata di Roma affetta da lupus, però esula dalla discussione in atto sul rendere il vaccino obbligatorio oppure allargare il perimetro dell’utilizzo del green pass.

I dati scientifici finora raccolti da quando sono iniziate le varie campagne vaccinali in tutto il mondo, sono concordi nel confermare come i benefici del vaccino anti-Covid siano di gran lunga superiori rispetto ai rischi derivanti dalla somministrazione.

La domanda però a questo punto è un’altra: come vengono seguite quelle persone in Italia che, dopo l’inoculazione, hanno manifestato delle reazioni avverse più o meno gravi?

Ascoltando la storia di Alessandra non tutto sembrerebbe funzionare alla perfezione.

Reazione avversa al vaccino: la storia di Alessandra

Nell’ultimo Rapporto di Farmacovigilanza sui Vaccini COVID-19 pubblicato dall’AIFA lo scorso 4 agosto, emerge come in Italia tra il 27 dicembre 2020 e il 26 luglio 2021 sono pervenute complessivamente 84.322 segnalazioni di reazioni avverse su un totale di 65.926.591 dosi somministrate.

Come si legge nel rapporto, si tratta di un tasso di segnalazione pari a “128 ogni 100.000 dosi, di cui l’87,1% riferite a eventi non gravi, come dolore in sede di iniezione, febbre, astenia/stanchezza, dolori muscolari”.

Le segnalazioni gravi invece corrispondono al 12,8% del totale, con un tasso di 16 eventi ogni 100.000 dosi somministrate. Per quanto riguarda invece la vaccinazione eterologa, ovvero chi alla prima dose ha ricevuto AstraZeneca e alla seconda Pfizer o Moderna, il tasso di segnalazione è di 29 eventi ogni 100.000 dosi somministrate.

L’odissea di Alessandra ha inizio lo scorso 9 maggio quando, dopo aver consultato il centro presso cui è in cura per il lupus e aver ricevuto parere positivo, si è sottoposta alla prima dose del vaccino Pfizer. La reazione è stata quella dei classici sintomi influenzali e sono durati circa venti giorni.

Essendo comunque una reazione indicata anche nel bugiardino, il 30 giugno ha effettuato normalmente il richiamo iniziando però ad accusare, due giorni dopo la somministrazione, problematiche ben più gravi che ancora perdurano.

Dopo il richiamo sono seguiti gli stessi sintomi della prima dose - ci ha spiegato Alessandra - Poi si sono aggiunti una forma di asma, giramenti di testa, gambe pesanti, fatica nella respirazione, inappetenza, fiato corto e la sensazione di un macigno sul petto; inoltre anche il ciclo mestruale è totalmente irregolare”.

Visto il perdurare e l’aggravarsi dei sintomi, Alessandra dopo un mese si è recata dal suo medico di base: “Mi ha fatto fare una lastra e le analisi, poi mi ha prescritto il Deltacortene ma mio malgrado senza alcun beneficio. Mi sono recata due volte al Pronto Soccorso e tutto risultava nella norma. Poi ho fatto ulteriori accertamenti come analisi per la tiroide, eco tiroidea, eco cardiogramma e, ancora, nessuna anomalia. Nel frattempo sono sopraggiunti ancora altri sintomi: tachicardia, dolore al petto, tremolìi e occhio che trema”.

A quel punto è stata inviata la segnalazione all’AIFA tramite l’apposito modulo. “Poco dopo mi ha chiamato l’ASL Roma 4 di Bracciano - ha continuato Alessandra - che mi ha chiesto il lotto del vaccino, poi dopo avermi domandato come stavo mi ha augurato una buona guarigione”.

Quello che vorrei sapere è perché i medici di base non hanno un filo diretto con qualche equipe di specialisti dove indirizzare le persone che hanno avuto problemi - è stato lo sfogo della donna - La sensazione spiacevole è quella dell’abbandono perché non c’è nessuno che ti aiuti e ovviamente tutti gli accertamenti sono a carico del paziente”.

In quanto fragile, Alessandra a breve potrebbe essere chiamata anche per una terza dose che lei non vuole fare: ”Al Pronto Soccorso mi hanno detto solo a voce che si trattava di una reazione al vaccino, quindi teoricamente dovrei fare un altro richiamo”.

Sono molti i casi simili ai suoi che vengono denunciati sui social o tramite i canali Telegram. Persone che si trovano in una sorta di limbo, gravati da problemi di salute senza però che emerga nulla dai tanti controlli fatti.

In attesa di sviluppi sul fronte dei farmaci, i vaccini sono l’unica arma che abbiamo per fronteggiare il Covid. Chi dopo la somministrazione ha sviluppato sintomi non gravi ma ugualmente fortemente fastidiosi e invalidanti, non dovrebbe però avere questa sensazione di abbandono: oltre che poco dignitoso, il rischio è anche quello di alimentare le varie teorie dei no-vax.

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