Reddito di Cittadinanza: come cambia l’importo in caso di avvio di una nuova attività lavorativa? Guida al calcolo.
Reddito di Cittadinanza: taglio dell’importo nel caso in cui uno dei componenti del nucleo familiare avvii una nuova attività lavorativa.
In questa guida dedicata vi spiegheremo di quanto il nuovo lavoro riduce il Reddito di Cittadinanza, facendo chiarezza su come si calcola l’impatto dello stipendio percepito sull’importo del sostegno mensile.
Sono diversi i fattori che incidono sul calcolo del Reddito di Cittadinanza e non è detto che l’importo riconosciuto nei primi mesi venga confermato anche in quelli avvenire. Ogni mese, infatti, l’Inps prende in considerazione la situazione economica aggiornata all’ultimo giorno del mese precedente e sulla base delle informazioni in suo possesso effettua il ricalcolo dell’importo.
L’avvio di una nuova attività lavorativa, sia come autonomo che da lavoratore dipendente, comporta quindi il ricalcolo del beneficio. A tal proposito, ricordiamo che è compito del nucleo familiare comunicare all’Inps quando uno dei componenti trova un nuovo lavoro: per farlo è necessario inviare il modulo SR181/Com-Esteso entro il 30° giorno dall’avvio dell’attività lavorativa, pena la sanzione della decadenza del Reddito di Cittadinanza.
Contestualmente alla comunicazione è necessario anche indicare il reddito previsto per l’anno solare di avvio dell’attività. Questo sarà utilizzato dall’Inps come base per il ricalcolo, vediamo come.
Reddito di Cittadinanza tagliato in caso di nuovo lavoro: guida al calcolo
Prima di andare avanti ricordiamo che il Decreto Sostegni introduce la possibilità che il Reddito di Cittadinanza possa essere sospeso in caso di nuovo impiego di durata inferiore ai 6 mesi; per il momento, però, questa novità non è ancora operativa e di conseguenza chi trova un nuovo lavoro deve ancora sottostare al ricalcolo del beneficio.
Per capire in che modo partiamo dal vedere la formula per il calcolo della quota A del Reddito di Cittadinanza (la quota B consiste nel rimborso delle spese di affitto o della rata del mutuo).
Questa si calcola secondo la seguente formula:
[(6.000,00€*PARAMETRO DI SCALA DI EQUIVALENZA)- Reddito familiare]/12
Il reddito percepito grazie al nuovo lavoro si va ad aggiungere al reddito familiare, comportando inevitabilmente una riduzione - o persino la decadenza - del beneficio. Va detto, però, che il reddito presunto impatta solamente all’80% su quello familiare.
Esempio pratico
Prendiamo come esempio una famiglia composta da padre, madre e figlio maggiorenne (quindi con parametro di scala di equivalenza pari a 1,8) con reddito familiare pari a 0.
Per questi l’importo del Reddito di Cittadinanza è pari a 900,00€ mensili (applicando la suddetta formula), quindi 10.800,00€ annui (integrazione massima).
Ma pensiamo al caso che il figlio maggiorenne trovi un nuovo lavoro, con reddito presunto nel 2021 pari a 10.000,00€. Come anticipato, questo va ad aggiungersi, per l’80%, al reddito familiare, il quale quindi sale a 8.000,00€.
Detto questo, l’importo del Reddito di Cittadinanza scenderà improvvisamente a 233,33€ (2.800,00€ annui).
Successivamente, però, anche la madre trova lavoro, percependo un reddito nell’anno solare pari a 5.000,00€ che andrà ad impattare sul reddito familiare aumentandolo di 4.000,00€ (dell’80%). Questo sale quindi a 12.000,00€ e basta aggiungerlo alla suddetta formula per capire che in questo caso il Reddito di Cittadinanza decade.
Al reddito massimo percepibile (6.000*PARAMETRO DI SCALA DI EQUIVALENZA), pari quindi a 10.800,00€ nel caso dell’esempio, bisogna sottrarre infatti 12.000,00€, con un valore negativo.
Niente Reddito di Cittadinanza, quindi, con il nucleo familiare che comunque ne potrà fare nuovamente richiesta qualora il reddito familiare dovesse tornare - in caso di perdita di una delle due occupazioni - nuovamente sotto alla soglia massima di percezione.
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