Cambia il Reddito di Cittadinanza? Forse, ma non ora. Per Draghi è troppo presto, ma intanto la proposta di Orlando non dispiace: più formazione per avere più possibilità di lavoro.
A una buona parte degli italiani (34%) - non è un dato della statistica ma si può dire con una certa sicurezza che nella percentuale non ci siano persone/famiglie che percepiscono il RdC - il Reddito di Cittadinanza non piace. Per essere precisi, la risposta da dare al sondaggio era: “La trovo una misura dannosa e inutile”.
Le ultime dichiarazioni del premier Mario Draghi indicano una linea di pensiero diversa da quella di Lega, parte di Forza Italia e Italia Viva. I tre partiti puntano a cancellare la misura di sostegno, ma sembra che non sia intenzione di questo governo.
La strada proposta è infatti un’altra. Andrea Orlando, Ministro del Lavoro, ha proposto d’introdurre una nuova condizione per poter accedere al Reddito di Cittadinanza e continuare a percepirlo. L’idea è di rendere obbligatori corsi e altre attività formative e/o di aggiornamento per rendere il cittadino più competitivo nel mondo del lavoro.
Reddito di Cittadinanza: Mario Draghi non lo cancellerà
Al Reddito di Cittadinanza è stata data un’ipotetica nuova possibilità. Un “ritenta e sarai più fortunato” che secondo i piani potrebbe incrementare la competizione e facilitare il reinserimento dei cittadini nel mondo del lavoro.
Mario Draghi ha dichiarato di condividere in pieno il concetto alla base del Reddito di Cittadinanza, ma anche che è troppo presto per parlare di riforme e modifiche alla misura:
È troppo presto per dire se verrà ridisegnato, riformato e come cambierà la platea dei beneficiari.
La misura di contrasto alla povertà, nata con l’intento di dare un sostegno economico per aiutare a reinserire i cittadini nel mondo del lavoro, non è mai del tutto partita. A metà del 2020 i primi dati sulle conseguenze del Reddito di Cittadinanza mostravano un rientro nel mondo del lavoro pari a poco meno di 40.000 individui su oltre un milione di beneficiari.
Piano Draghi-Orlando: una nuova vita per il Reddito di Cittadinanza
Proprio a partire da dati simili sono nate le critiche alla misura, che hanno portato una buona parte degli italiani a credere che la risorsa sia inutile e addirittura dannosa. Di fatto la percezione sul Reddito di Cittadinanza è abbastanza equilibrata, tra un 34% convinto che vada eliminato e chi vuole abolirlo in cambio di una forma diversa di sussidio (21,5%), chi pensa che vada mantenuto identico (18,3%) e chi vorrebbe mantenerlo ma con delle modifiche (24,6%).
Di questa ultima opinione sembrano essere anche Mario Draghi e il Ministro del Lavoro Andrea Orlando. Il neo-nominato “piano Draghi-Orlando”, che farà discutere l’Italia in questa ultima parte di estate, prevede un grande cambiamento.
La proposta di Orlando
Quella di Orlando è una proposta che pensa al reinserimento delle persone nel mondo del lavoro. Ma come? Secondo il Ministro del Lavoro senza il Reddito di Cittadinanza la crisi economica si sarebbe abbattuta con più forza sulle famiglie in crisi.
Durante il suo intervento in merito al RdC il Ministro ha parlato della condizione di povertà come un aspetto della società che va riconosciuto e affrontato, non stigmatizzato e nascosto. Oggi si pensa al “povero” come qualcuno che se l’è andata a cercare, ma non è così e a dirlo è proprio il ministro.
Orlando vorrebbe infatti introdurre un criterio per ottenere e mantenere il Reddito di Cittadinanza che permetta al cittadino di diventare competitivo nel mondo del lavoro. Nella sua proposta la misura del RdC dovrebbe introdurre l’obbligo di seguire corsi e altre attività formative di studio, aggiornamento e allargamento delle competenze.
In questo modo il RdC diverrebbe un sistema duplice di sostegno e formazione, nell’ottica di aumentare le possibilità di ottenere un lavoro e aumentare il valore di questo lavoro.
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