Una nuova collaborazione tra agenzie private per il lavoro e i centri d’impiego potrebbe rivelarsi una soluzione per smaltire i beneficiari del reddito di cittadinanza aiutandoli a trovare lavoro.
Agenzie per il lavoro e centri per l’impiego sono adesso pronti a collaborare. Ad annunciarlo è stato il presidente dell’Assossom (Associazione italiana delle agenzie per il lavoro) Rosario Rasizza.
Le agenzie private si trovano già in assetto per poter assegnare nuove mansioni lavorative a circa un terzo dei beneficiari del reddito di cittadinanza. Si sta parlando di circa 400mila posti di lavoro che le agenzie, valutando i curricula degli utenti e le offerte lavorative, hanno ritenuto compatibili.
Centri per l’impiego e agenzie private: pronti alla collaborazione
Si preannuncia una collaborazione proficua e fruttuosa quella tra i centri d’impiego e le agenzie per il lavoro, grazie alla quale si potrà accelerare con gli inserimenti lavorativi.
Il coinvolgimento delle agenzie private, infatti, potrebbe “aiutare i centri sempre più in difficoltà”, come ha sostenuto la sottosegretaria al lavoro Tiziana Nasinidi. La conferma della collaborazione è arrivata dal Ministro del Lavoro Andrea Orlando che ha parlato dell’introduzione di nuovi meccanismi per rafforzare e rendere solida la cooperazione tra il sistema pubblico e quello privato, mai come oggi essenziale come è stato poi dimostrato dai dati ministeriali.
Lo stesso Rasizza ha detto che il reddito sarebbe stato un efficace strumento di contrasto alla povertà, specialmente durante la pandemia, ma è risultato debole in campo lavorativo.
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Quali sono i nuovi posti di lavoro?
Secondo l’ultima nota dell’Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro (Anpal) i beneficiari del reddito di cittadinanza ritenuti occupabili sono più di 1,1 milioni e meno di 400mila questa estate hanno sottoscritto un patto di lavoro nei centri per l’impiego. Quindi solo 4 persone su 10 cercavano lavoro a luglio.
Abbiamo attorno alle 400 mila offerte di lavoro compatibili. Provengono dalla grande distribuzione organizzata.
Rasizza in questo modo riferisce delle possibili mansioni lavorati che saranno assegnate. Gli impieghi andranno quindi dalla logistica all’agricoltura, da alberghi e ristoranti fino a magazzinieri, scaffalisti, vendemmiatori e camerieri.
Il reddito di cittadinanza: un bilancio provvisorio
Il reddito di cittadinanza a luglio ha raggiunto 1,24 milioni di famiglie, circa 3 milioni di persone, e quest’anno potrebbe costare fino a 9 miliardi al governo, circa 2 miliardi in più rispetto lo scorso anno.
La spesa continua a crescere a causa dei mancati impieghi e inserimenti nel mondo lavorativo dei beneficiari del reddito.
Non tutti i beneficiari ritenuti attivabili però sono davvero occupabili. I dati dell’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro ha evidenziato che:
- solo il 3% è in possesso di un titolo di studio di istruzione terziaria;
- poco meno di 435mila percettori risultano aver lavorato nei precedenti due anni,
- 715mila persone invece non hanno esperienze lavorative recenti alle spalle.
Al Sud e nelle isole la situazione peggiora e i beneficiari senza esperienza sono circa 530mila.
Guardando questi dati, il Ministero del lavoro ha quindi deciso di aggiungere una nuova norma legata alla formazione: per ricevere l’assegno chi non è adeguatamente formato dovrà seguire percorsi di riqualificazione personalizzati.
I centri per l’impiego in cerca di personale
Come detto la spesa aumenta perché i centri non riescono a inserire i beneficiari del reddito nel mondo lavorativo. Ma a loro volta sono gli stessi centri per l’impiego ad aver bisogno di personale.
Sono ancora in attesa di 11.600 operatori esperti che erano stati promessi. Fino ad adesso solo 1.300 operatori sono stati assunti.
Ovviamente la situazione cambia da Nord a Sud. In termini percentuali sono le regioni del Sud e delle isole a presentare i valori meno elevati di impiego nei centri, pur trattando i numeri più elevati della penisola che nel complessivo costituiscono il 70% dei beneficiari in Italia.
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