Referendum e spread: cosa succede si vince il No? Ecco la relazione tra i due elementi spiegata da diversi strategist a pochi giorni dalla consultazione.
Spread e referendum: vittoria del No - A 2 giorni dal referendum costituzionale d’Italia si torna a parlare di spread.
In virtù degli ultimi eventi, infatti, molti si sono chiesti qual è la relazione tra referendum e spread tra Btp e Bund, ossia il differenziale tra il rendimento dei titoli decennali italiani e il rendimento dei titoli tedeschi di egual scadenza, che è stato sempre più relazionato alla consultazione di domenica.
Quale legame intercorre tra spread e referendum costituzionale e cosa accadrebbe con la vittoria del No? La relazione tra i due elementi appare piuttosto stretta e ad oggi il discorso è più infuocato che mai. Qualche giorno fa Investing ha pubblicato un’indagine compiuta su un gruppo di strategist i quali si sono detti convinti che una vittoria del No al referendum causerà un balzo dello spread di circa 30-50 punti base.
Gli strategist intervistati hanno comunque affermato che la vittoria del No al referendum non porterà ad un crollo della legislatura, ma il rifiuto della riforma si ripercuoterà comunque sullo spread.
Una vittoria del No non accompagnata dalle dimissioni del governo causerà un restringimento dello spread di circa 25 punti base, cosa che accadrà anche con la vittoria del Sì, secondo l’analisi di Michael Leister dell’Interest Rate Strategy di Commerzbank.
Ecco quale potrebbe essere una plausibile relazione tra referendum e spread, anche se molti altri analisti sono convinti che una vittoria del No non causerà quell’aumento incontrollato dello spread al quale abbiamo assistito nel 2011, grazie allo scudo protettivo della BCE.
Negli ultimi periodi abbiamo assistito ad un’evidente altalena dello spread che, comunque sia, non è attribuibile soltanto all’ipotesi di vittoria del No al referendum costituzionale. Anche la vittoria di Trump alle elezioni USA 2016 ha fatto la sua parte. I rendimenti dei titoli di Stato americani si sono infatti rialzati e hanno trascinato in basso i prezzi dei bond governativi europei.
Nella giornata di venerdì 18 novembre lo spread tra Btp e Bund tedeschi ha preso letteralmente il volo ed è arrivato a toccare livelli che hanno spaventato. Il differenziale ha infatti sfondato la soglia dei 185 punti per poi ripiegare. Oggi, invece, pare assestarsi a 168 punti. Quanto sta pesando il referendum sullo spread e cosa succederà con la vittoria del No?
Spread e referendum: cosa succede con vittoria del No
Diversi analisti hanno dato il loro parere circa il legame tra spread e referendum costituzionale. Secondo Sergio Capaldi di Intesa Sanpaolo, lo spread salirà a 200 punti base tra dicembre e gennaio prossimo con la vittoria del No al referendum.
Vincenzo Longo di Ig ha invece affermato che in caso di vittoria del No al referendum costituzionale lo spread arriverà fino a quota 250-280 punti base. Dello stesso avviso anche Marco Brancolini di Rbs.
Non tutti gli strategist si sono dimostrati pessimisti circa la relazione tra spread e referendum costituzionale. Secondo Fabio Balboni di Hsbc, lo spread aumenterà per poi ritirarsi subito dopo.
“Vedo un rialzo temporaneo fino a 30 punti base rispetto a livelli precedenti il voto”,
ha affermato lo strategist.
Spread e referendum: timori su vittoria del No. Le parole di Renzi e la polemica
A pochi giorni dal referendum costituzionale, il direttore generale di Banca Generali, Mossa, ha sottolineato come l’agitazione dei mercati e l’aumento dello spread sia un segnale evidente dei timori legati all’esito della consultazione.
“Ovvio, lo spread aumenta se c’è incertezza. Non è una minaccia è una constatazione”,
ha affermato Renzi di fronte al forte rialzo intrapreso dal differenziale Btp-Bund. Le parole del primo ministro hanno immediatamente innescato una grande polemica tra quanti si auspicano una vittoria del No al referendum costituzionale che si terrà tra meno di 2 giorni.
Molti hanno definito le parole di Renzi sullo spread come irresponsabili e piene di allarmismo, quasi una sorta di minaccia nei confronti di coloro che sono pronti a votare No. Nonostante quanti hanno attaccato Renzi definendo le sue dichiarazioni come volte ad influenzare l’esito del referendum, il premier ha invece sottolineato come le sue parole sullo spread abbiano rappresentato una semplice constatazione dei fatti.
A meno di due giorni dalla consultazione, l’argomento è davvero infuocato e la relazione tra spread e referendum costituzionale in caso di vittoria del No pare spaventare più che mai.
© RIPRODUZIONE RISERVATA