BCE: le prossime decisioni su Grecia e banche post-referendum - Bnp Paribas

Linda Tiralongo

6 Luglio 2015 - 12:25

La vittoria del No al referendum in Grecia spinge Draghi a decidere su manovre che garantiscano la stabilità europea. Bnp Paribas diffonde un report sulle possibili decisioni della BCE.

BCE: le prossime decisioni su Grecia e banche post-referendum - Bnp Paribas

La vittoria del No del referendum in Grecia ha ufficialmente segnato il countdown verso il 20 luglio, data in cui il governo ellenico dovrebbe rimborsare alla BCE 4,2 miliardi di euro.

Secondo le indiscrezioni che trapelano, sia da Francoforte che da Bruxelles, probabilmente tale data verrà anticipata e le sorti della politica economica ellenica verranno tirate molto prima.

Quali saranno le prossime mosse della BCE dopo il referendum in Grecia? Ecco l’analisi di Bnp Paribas.

Il numero uno della BCE, Mario Draghi, ha già più volte dichiarato che la potenziale vicenda Grexit si delinea come «un territorio inesplorato per l’Europa». Non è chiaro come potrebbe evolvere la situazione. Tanti gli scenari possibili.
Ma ciò che teme il board di Francoforte va ben oltre la fermezza con cui Germania e Russia vedono già la Grecia fuori dall’euro.

Grecia post-referendum e BCE: il punto della situazione di Bnp Paribas
La BCE ha l’obiettivo della stabilità dell’Eurozona e a questo punto non può che procedere in maniera cauta senza azzardare manovre che possano compromettere sia il futuro del popolo greco sia di quello europeo. La Francia presenta una linea più soft e tenterà di portare avanti i negoziati con Berlino nell’incontro all’Eliseo di oggi pomeriggio.

Il presidente del Parlamento europeo Shultz dichiara nel frattempo di vedere la Grecia già tagliata fuori dal progetto politico Europa visto il rifiuto del piano di salvataggio dei creditori Ue. I mercati sono più che volatili e gli indici asiatici in particolare registrano un calo impressionante, considerata la preoccupazione di Pechino per l’incrinarsi dei rapporti tra Tsipras e Bruxelles.

Il gruppo finanziario Bnp Paribas diffonde nel frattempo un report che vede il netto passaggio del cerino a Francoforte.

La vittoria schiacciante del No ha legittimato il premier greco Tsipras a fare l’ennesima richiesta alla BCE: la ristrutturazione del debito ellenico. Lo stesso Yanis Varoufakis ieri sera, prima di rassegnare le dimissioni avvenute stamattina, ha lanciato una nuova sfida alla BCE: l’aumento del tetto dell’Ela, l’Emergency liquidity assistance.

Ma cosa può fare il board dell’Eurotower a questo punto?

BCE: le leve di Mario Draghi secondo Bnp Paribas
Considerata l’interruzione dei negoziati segnata dal boom dei No, difficilmente verrà riaperta la linea di credito straordinaria ad Atene.

La BCE, secondo il report di Bnp Paribas diffuso stamattina, potrebbe:

  • eseguire un taglio consistente sui titoli dati in garanzia dalle banche;
  • lanciare un ulteriore QE per immettere liquidità nell’intero sistema europeo;
  • attivare lo scudo anti-spread OMT.

Il destino del sistema bancario greco apparirebbe a questo punto legato solo ed esclusivamente all’ultima vera chance: l’emissione di una moneta parallela da parte della Banca Centrale della Grecia.

Secondo gli analisi di Bnp Paribas, l’unico modo per ricapitalizzare le banche greche sarebbe l’emissione di vere proprie cambiali da parte del Tesoro ellenico. Il Financial Times fa sapere invece, che le banche elleniche sarebbero pronte a trattenere il 30% sui conti corrente superiori agli 8000 euro, spianando così la strada alle prime critiche su una Grecia che va contro le disposizioni comunitarie di bail-in.

Gli analisti di Bnp Paribas nel frattempo, sono sempre più convinti che molto dipenderà dalle decisioni della politica finanziaria di Francoforte e vista l’estrema volatilità sui mercati e l’aumento dello spread in Paesi come Italia, Spagna e Portogallo, mantenere posizioni short sull’Euro in favore di altre valute come lo Yen sarebbe l’atteggiamento più prudente da seguire.

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