Nessun aumento dei contagi post festa per lo scudetto dell’Inter o per le riaperture, anzi la curva continua a decrescere. Galli ammette l’errore: «Non sono un catastrofista, è andata così e ne sono contento». Il merito, secondo l’esperto, è della campagna vaccinale.
Massimo Galli, direttore del reparto Malattie Infettive all’Ospedale Sacco di Milano, ammette l’errore: “È andata così e ne sono felice”.
In passato l’infettivologo aveva messo in guardia dalle riaperture anticipate volute da Governo Draghi - sotto la spinta di alcune forze della maggioranza - vero motivo dell’ipotetico ritorno della diffusione del virus nel Paese secondo Galli; mentre la festa per lo scudetto dell’Inter del 16 maggio era stata scagionata e a ragione.
I dati hanno parlato: i contagi non sono aumentati.
A sostenere questo andamento positivo e incoraggiante sono sicuramente i vaccini. L’Italia, con una campagna vaccinale ben avviata e in continuo rifornimento, ha staccato i dati dei ricoveri e dei contagi, invertendo la rotta.
Galli ammette l’errore sulle riaperture
Massimo Galli lo aveva detto: se i contagi aumenteranno non sarà per colpa della festa dello scudetto dell’Inter “e non lo dico perché sono interista”.
Così l’infettivologo aveva predetto i dati sui contagi, confermati due settimane dopo dalla curva in decrescita dei contagi. Ma su una cosa si era sbagliato: le riaperture non sono state la causa di nessuna catastrofe pandemica.
Né lo scudetto né le riaperture hanno causato un aumento dei contagi, mostrando un andamento simile a quello dello scorso anno, ma con in più la garanzia di una campagna vaccinale che sta correndo per mettere al sicuro tutti i cittadini. Secondo Galli c’era appena il 10 per cento di probabilità che le cose andassero bene con le riaperture e così è stato. Lo ha ricordato ancora una volta al programma Agorà, di Rai 3, il 28 maggio. In questa occasione ha ricordato il merito dei vaccini nella lotta contro il coronavirus, una lotta non ancora conclusa:
Il punto sarà vedere cosa dovrà essere fatto per una politica vaccinale anche futura.
Galli è stato accusato in più occasioni di essere un catastrofista del Covid, ma si è sempre difeso affermando che la lettura dei dati, nelle scorse settimane, non poteva essere ottimistica. Si è difeso, ribattendo a tono sulle circostanze nelle quali aveva pronunciato determinate affermazioni sulle riaperture di aprile. “Quell’etichetta - ha risposto all’offesa - mi è stata attaccata per motivi politici e molto poco nobili". E ha aggiunto che si è sbagliato, “è andata così e ne sono felice”.
Riaperture: dati incoraggianti merito dei vaccini
Secondo il bollettino del Ministero della Salute, oggi in Italia si è registrato un ulteriore calo dei contagi. Ieri, sabato 29 maggio, erano stati 3.351 i contagi in tutta Italia, mentre oggi sono 2.949.
Non si deve dimenticare che durante il week-end vengono effettuati meno tamponi, ma anche in questo quadro è possibile vedere il netto miglioramento rispetto alle scorse settimane.
Anche il numero dei decessi è diminuito vertiginosamente passando da 83 a poco più della metà: al 30 maggio risultato 44 morti, il dato più basso dal 15 ottobre 2020.
Guardando ai dati dell’ultima settimana in confronto con quelli delle settimane passate si può tirare un sospiro di sollievo senza sembrare troppo ottimisti. La situazione è piuttosto incoraggiante e il merito sembra essere, oltre che dall’arrivo della bella stagione, della campagna vaccinale. Lo scorso venerdì si è toccato l’ennesimo record nelle somministrazioni: 572 mila in un giorno solo. Ad oggi, su oltre 34 milioni di dosi somministrare, risulta completamente immunizzato ancora solo 1 italiano su 5.
L’obiettivo per il futuro è quindi accelerare e vaccinare quanti più giovani possibili, ultima categoria ad accedere al vaccino. Il piano ora prevede la vaccinazione di tutti i maturandi. Per i più piccoli si è attesa l’approvazione da parte dell’EMA del vaccino Pfizer, avvenuta il 29 maggio. Da questo momento in poi possiamo dire di vedere la luce in fondo al tunnel.
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