Richiamo Pfizer dopo 3 mesi: la soluzione del Governo per “salvare” le vacanze

Alessandro Cipolla

19/05/2021

Il commissario Figliuolo ha invitato gli italiani a “prenotare le ferie in base al vaccino”, ma il Governo forte di uno studio pubblicato su Nature starebbe pensando di allungare a 90 giorni i tempi per il richiamo di Pfizer e Moderna, con la seconda dose che così verrebbe fatta dopo l’estate.

Richiamo Pfizer dopo 3 mesi: la soluzione del Governo per “salvare” le vacanze

In Italia non si potrà fare il vaccino anti-Covid in vacanza. Dopo una lunga trattativa con le Regioni, alla fine il commissario straordinario Francesco Figliuolo ha alzato bandiera bianca escludendo ufficialmente questa possibilità.

È bene regolare le proprie vacanze in funzione dell’appuntamento con il vaccino - ha spiegato Figliuolo - Astrazeneca si può programmare con un intervallo tra quattro e dodici settimane tra prima e seconda dose, con i vaccini a Rna le due somministrazioni possono essere a 42 giorni”.

Un problema non di poco conto, visto che molti italiani hanno già prenotato la loro vacanza mentre gran parte degli under 50 ancora non ha idea di quando possa essere il loro turno per il vaccino.

Un bel pasticcio insomma, che potrebbe spingere molti italiani a non rispondere alla chiamata vaccinale, mettendosi così in coda, pur di non vedere compromesse le proprie vacanze dopo mesi di semi-lockdown.

Sempre il commissario Figliuolo, ha già stimato in 5 milioni gli italiani che potrebbero non vaccinarsi, con il numero che così potrebbe pericolosamente aumentare.

Il Governo però avrebbe già in tasca la soluzione: forte di uno studio pubblicato su Nature, l’Aifa si è detta disposta ad allungare ulteriormente i tempi del richiamo dei vaccini Pfizer e Moderna a 90 giorni.

Il problema dei vaccini in vacanza

Con l’estate alle porte, la questione del permettere di fare il vaccino in vacanza è stata al centro di un aspro confronto tra le Regioni e il commissario straordinario. Un tema che probabilmente si sarebbe dovuto affrontare già in fase di programmazione del piano vaccinale.

Nonostante il pressing dei territori a maggiore vocazione turistica, Figliuolo alla fine ha ribadito che non ci sarà un cambiamento nella distribuzione dei vaccini: nessuna dose in più alle Regioni che ne avevano fatto richiesta.

Una presa di posizione che di conseguenza rende impossibile poter fare la prima o la seconda dose del vaccino nelle località di vacanza, con il commissario che si è appellato agli italiani affinché pianifichino le loro ferie in base alla somministrazione.

Con le Regioni che vanno in ordine sparso e con le regole che cambiano continuamente, al momento appare molto complicato per un under 50 anche solo poter ipotizzare quando sarà il proprio turno: il problema c’è e potrebbe “esplodere” nelle prossime settimane.

Pfizer e Moderna: richiamo a 90 giorni?

Mentre Francesco Figliuolo chiudeva la porta alla possibilità di fare il vaccino in vacanza, il presidente dell’Aifa Giorgio Palù, durante l’audizione in Commissione Igiene e Sanità del Senato, ha aperto a un nuovo cambiamento per quanto riguarda i richiami.

Per i vaccini è molto importante la risposta cellulo-mediata, per la quale non abbiamo ancora nella routine pratica una misurazione - ha spiegato palù in audizione - E questo è così vero che su ’Nature’ la settimana scorsa è uscito un lavoro che dimostra che potremmo ritardare anche di 90 giorni la seconda dose con un vaccino anti-Covid a mRna perché la risposta che si ha nel richiamo, il cosiddetto boost, è ancora più forte”.

In sostanza l’Aifa ha dato il suo disco verde a fare il richiamo di Pfizer e Moderna dopo 90 giorni: di recente il Ministero della Salute aveva già allungato i tempi a 42 giorni rispetto ai rispettivi iniziali 21 e 28 giorni.

Per lo studio pubblicato su Nature, il vaccino sarebbe ancora più efficace posticipando il richiamo. Di recente a riguardo c’è stata una dura presa di posizione di Pfizer, che ha parlato di “risultato non garantito” con una seconda dose non somministrata dopo 21 giorni.

Il Governo però potrebbe prendere la palla al balzo: fare il richiamo dopo 3 mesi permetterebbe di “salvare” le vacanze degli italiani, visto che così la seconda dose andrebbe a cadere a dopo l’estate.

Questo vuol dire che si può fare prima della partenza ma anche al ritorno, credo che sia una cosa di buon senso” ha commentato il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, con la decisione finale che adesso spetterà al Ministero.

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