Riforma politiche attive del lavoro: a che punto siamo?

Teresa Maddonni

08/10/2021

Rallenta la riforma delle politiche attive del lavoro dopo la Conferenza Stato-Regioni del 7 ottobre. Ecco perché il GOL potrebbe essere operativo solo nel 2022.

Riforma politiche attive del lavoro: a che punto siamo?

A che punto siamo con la riforma delle politiche attive del lavoro? Sembrano rallentare i tempi per l’introduzione del GOL, il Piano di Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori nonostante fosse stato annunciato l’imminente arrivo del decreto ancor prima del termine ultimo previsto di dicembre 2021.

La riforma delle politiche attive del lavoro, che rientra nel piano di attuazione del PNRR, andrà di pari passo con la riforma degli ammortizzatori sociali.

A far slittare l’approvazione del GOL nell’ambito della riforma delle politiche attive del lavoro, secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, sono state le Regioni che nella Conferenza Unificata del 7 ottobre non hanno trovato un accordo sulla ripartizione delle risorse iniziali per l’avvio del Piano. La decisione è quindi al momento rinviata al 14 ottobre.

Riforma politiche attive del lavoro: rallenta per le risorse

La riforma delle politiche attive del lavoro, nella sua prima fase di avvio del GOL, rallenta a causa della ripartizione dei primi 880 milioni di risorse.

La Conferenza delle Regioni ha rimandato tutto ai tecnici e il nuovo incontro si dovrebbe tenere il prossimo giovedì.

Rilanciare le politiche attive è fondamentale specie in vista della scadenza del blocco dei licenziamenti del 31 ottobre.

Il ministro del Lavoro Andrea Orlando, che ha ereditato il Piano GOL per le politiche attive dalla predecessora Nunzia Catalfo, aveva annunciato in estate che le Regioni sarebbero state l’ultimo step per l’approvazione del Piano che il PNRR ha stabilito debba essere approvato entro la fine del 2021.

Ovviamente i tempi per la riforma non saranno brevi, neanche qualora l’approvazione delle nuove politiche attive dovesse arrivare a ottobre.

Entro 60 giorni dal decreto ministeriale infatti Regioni e Province autonome dovranno adottare il Piano regionale. A quel punto Anpal (Agenzia nazionale per le politiche attive) dovrà valutare la coerenza del piano di attuazione del GOL e il parere sarà conferito entro 30 giorni dalla sua ricezione. 90 giorni in totale che farebbero di fatto slittare la riforma delle politiche attive direttamente al 2022.

Riforma politiche attive del lavoro: ripartizione delle risorse

Nell’ambito della riforma delle politiche attive del lavoro con l’avvio del GOL le risorse, i primi 880milioni di euro, vengono ripartiti tra le Regioni. I totale si parla di 4,4 miliardi di euro e le Regioni in testa, secondo quanto anticipato prima dell’incontro del 7 ottobre, per avere il 20% sono Campania, Lombardia e Sicilia. La priorità in merito alle risorse del GOL è data da alcuni criteri e nel dettaglio:

  • beneficiari di Naspi;
  • beneficiari del reddito di cittadinanza;
  • disoccupati;
  • occupati;
  • lavoratori in CIGS.

Con l’approvazione poi dei piani regionali le risorse verranno attribuite inizialmente nella misura del 75%, mentre la restante parte verrà erogata con la rendicontazione di almeno la metà delle risorse utilizzate.

Ricordiamo che il GOL, nell’ambito della riforma delle politiche attive, si pone l’obiettivo di raggiungere entro il 2025 3 milioni di persone, come da accordi con l’Europa.

Dei 3 milioni di beneficiari da raggiungere il 75% dovrà appartenere alle categorie appena elencate, mentre:

  • almeno 800mila dovranno essere coinvolti nella formazione;
  • 300mila nelle competenze digitali.

Esso si rivolge a:

  • lavoratori in cassa integrazione;
  • disoccupati che prendono Naspi e DIS-COLL;
  • lavoratori fragili o vulnerabili tra cui troviamo appunto i Neet (giovani disoccupati che non hanno un lavoro, non studiano e non lo cercano), donne svantaggiate e over 55;
  • i working poor, vale a dire disoccupati senza un sostegno, quindi in condizioni di povertà.

Cinque sono i percorsi del GOL: reinserimento lavorativo, aggiornamento, riqualificazione, lavoro e inclusione, ricollocazione collettiva.

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