Rinunceresti all’aria condizionata per la pace in Ucraina come ha detto Draghi? Il sondaggio

Alessandro Cipolla

07/04/2022

Un sondaggio di Money.it ha chiesto ai lettori se sarebbero disposti, come ipotizzato da Mario Draghi, a rinunciare questa estate all’aria condizionata pur di favorire un processo di pace in Ucraina.

Rinunceresti all’aria condizionata per la pace in Ucraina come ha detto Draghi? Il sondaggio

Rinunceresti all’aria condizionata per la pace in Ucraina? Questo è il sondaggio che è stato lanciato da Money.it visto quanto dichiarato da Mario Draghi, nel corso della conferenza dove è stato illustrato il Def fresco di approvazione da parte del Consiglio dei ministri, in merito a un possibile embargo nei confronti della Russia riguardante gas e petrolio.

Sondaggio chiuso, QUI I RISULTATI

In caso di uno stop dell’Unione europea all’importazione di gas e petrolio dalla Russia, gli italiani presto potrebbero dover mettere in conto dei nuovi sacrifici dopo i tanti già fatti da quando è scoppiata la pandemia. Questa volta però lo scopo sarebbe diverso: favorire un possibile processo di pace che possa portare alla fine della guerra in Ucraina.

Noi siamo con l’Unione europea, se ci propone l’embargo sul gas, siamo contenti di seguire - ha dichiarato Mario Draghi nel corso della conferenza stampa - Vogliamo lo strumento più adeguato per la pace. Ci chiediamo se il prezzo del gas possa essere scambiato con la pace, preferiamo la pace o il termosifone, anzi il condizionatore acceso? Questa è la domanda che ci dobbiamo porre”.

Una extrema ratio che per il nostro Presidente del consiglio potrebbe consentire “all’Ucraina di sedersi al tavolo di pace in una posizione da non serva”, anche se sarebbe tutta da decifrare quale potrebbe essere la reazione della Russia nel caso di un nuovo embargo nei sui confronti.

Pace o condizionatori accesi? Il sondaggio dopo le parole di Draghi

Fermo restando che un embargo al gas e petrolio russo non farà parte del nuovo pacchetto di sanzioni Ue nei confronti di Mosca, dopo i fatti di Bucha l’ipotesi di uno stop è tornata di grande attualità anche se Mario Draghi ha spiegato che al momento non sarebbe oggetto di discussione a Bruxelles.

Oggi l’embargo del gas non è sul tavolo - ha evidenziato Draghi - Non so se lo sarà mai, ma tanto più diventa orrenda questa guerra tanto più i paesi alleati si chiedono: in assenza di una nostra diretta partecipazione alla guerra cosa possiamo fare per farla smettere? Per consentire all’Ucraina di sedersi al tavolo di pace in una posizione da non serva”.

Il ragionamento dell’ex numero uno della Bce è semplice: non potendo intervenire militarmente a sostegno dell’Ucraina, l’unico modo per favorire Kiev è quello di mettere in campo più sanzioni possibili nei confronti della Russia.

Resta da capire però se uno stop all’importazione di gas e petrolio russo possa essere una mossa capace veramente di portare alla fine della guerra in Ucraina. Anzi, il suo effetto potrebbe essere diametralmente opposto: messo alle strette economicamente e impantanato dal punto di vista militare, chi può escludere che a quel punto Vladimir Putin possa decidere di utilizzare tutto il potenziale bellico (missili ipersonici e armi nucleari) a disposizione della Russia?

Mario Draghi però non sembrerebbe avere dubbi sulla validità di questa opzione ai fini della pace: se al momento uno stop non è all’ordine del giorno, potrebbe diventarlo tra due mesi quando l’Italia avrà accumulato scorte di gas tali che potrebbero bastare fino a tutto il prossimo inverno.

Nel frattempo gli italiani dovrebbero utilizzare meno il condizionatore, con lo scopo di questo sondaggio che è quello di capire se veramente tra i cittadini ci possa essere una disponibilità a riguardo pur di arrivare a un accordo di pace tra Russia e Ucraina.

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