I risultati del sondaggio di Money.it: il 34% dei rispondenti si è detto per nulla soddisfatto in merito all’operato finora del governo Draghi, con il totale che sale al 52% considerando anche chi è detto poco soddisfatto.
C’è insoddisfazione per l’operato del governo Draghi fino a oggi. Questa è il risultato del sondaggio che Money.it ha voluto lanciare visto che ormai sono quasi tre mesi che il nuovo esecutivo è in carica, un lasso di tempo dove è stato chiamato a prendere decisioni importanti sul contenimento dell’emergenza Covid oltre alla realizzazione del fondamentale Recovery Plan.
Guardando i risultati del sondaggio, che ricordiamo non ha un valore scientifico ma soltanto indicativo non essendo realizzato a campione, si può notare come un totale del 52% dei rispondenti si sia detto complessivamente insoddisfatto, a fronte di un 48% che invece ha promosso l’operato fin qui del Governo.
Sono passati quasi tre mesi dallo scorso 13 febbraio, giorno in cui il governo Draghi è entrato ufficialmente in carica a termine di una crisi politica innescata da Italia Viva che ha portato alla fine del Conte-bis.
Vista la complessità della situazione, sono già tanti i provvedimenti che il nuovo Governo ha dovuto affrontare, iniziando da quelli contenenti le misure anti-Covid: dopo un iniziale rigore, con l’ultimo decreto si è dato il via alle riaperture anche se rimane da sciogliere il rebus relativo al coprifuoco.
Rispettando la scadenza del 30 aprile, l’Italia ha anche inviato a Bruxelles il suo Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ovvero il fondamentale Recovery Plan che ammonta complessivamente a 222,1 miliardi.
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Un sondaggio sul governo Draghi
Il nuovo esecutivo guidato da Mario Draghi è nato carico di aspettative, vista l’etichetta di “Governo dei migliori” e l’auspicio di un alto profilo tale da giustificare delle intese larghissime tra i vari partiti.
Le prime misure del Governo hanno così interessato alcuni ruoli chiave per la gestione della pandemia, con Fabrizio Curcio tornato alla guida della Protezione Civile e il generale Francesco Figliuolo nominato nuovo commissario straordinario all’emergenza Covid.
Il piano vaccini è stato così rivisto, anche se l’Italia continua a faticare a rispettare l’andatura delle 500.000 somministrazioni al giorno, poi c’è stata da affrontare la grana AstraZeneca con prima la sospensione poi la decisione di utilizzare il siero di Oxford soltanto con gli over 60, una scelta poi presa anche per Johnson & Johnson.
Poi sono arrivati i decreti: con quello relativo al periodo pasquale sono state eliminate le zone gialle, tornate con il provvedimento successivo a partire dal 26 aprile. Al momento resta in vigore invece il coprifuoco.
Proprio sul tema del coprifuoco è andato in scena il primo strappo all’interno della maggioranza, con i ministri della Lega che su ordine di Matteo Salvini si sono astenuti durante il voto in CdM sull’ultimo decreto.
Anche sui ristori non sono mancati i dissidi tra i partiti: il primo decreto Sostegni è slittato più volte prima di vedere la luce, mentre si prevedono tempi non brevi anche per il bis di cui è al momento c’è solo la bozza.
Molto del futuro dell’Italia però dipenderà dal Recovery Plan, che la nuova cabina di regia ha rivisto rispetto alla prima stesura di Conte arricchendolo di 30 miliardi di extra deficit per un totale di 222 miliardi che dovrebbero iniziare ad arrivare a partire dall’estate.
Stando al sondaggio, si può vedere come i lettori di Money.it si siano sostanzialmente spaccato sul giudizio al Governo: per un esecutivo formato dalla quasi totalità dei partiti nostrani, non appare essere una delle migliori partenze possibili.
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