Delle persone di cui ancora non si conosce l’identità hanno incendiato il portone dell’Istituto Superiore di Sanità. Ecco cosa è successo.
Il portone dell’Istituto Superiore di Sanità, situato in Regina Elena, davanti all’università La Sapienza, a Roma è stato incendiato nella serata di domenica 14 marzo. Delle persone di cui al momento non si conosce l’identità avrebbero gettato del liquido infiammabile nella porta d’ingresso dell’edificio causando dei danni di poca entità grazie al celere intervento di una pattuglia di carabinieri in transito nella zona.
Gli uomini in divisa avrebbero infatti spento le fiamme con l’estintore in dotazione nella gazzella, evitando ulteriori danni. Sul posto sono poi arrivati anche i tecnici della sezione Rilievi del Nucleo investigativo di via In Selci per effettuare un sopralluogo.
Roma, incendiato il portone dell’Istituto superiore di sanità
Secondo i primi accertamenti, la vicenda sarebbe avvenuta intorno alle ore 20. Le fiamme si sarebbero sviluppate in modo molto rapido, e non è da escludere che siano state versate delle sostanze infiammabili, probabilmente benzina, sulla porta dell’istituto prima di appiccare il fuoco.
Al momento non è ancora stato rivendicato il gesto, ma gli investigatori non escludono che sia stato un sintomo all’operato dell’Iss, ormai impiegato da più di un anno nelle principali decisioni inerenti anche i lockdown e le chiusure imposte dal governo, oltre che nella decisione dei colori delle regioni e le conseguenti limitazioni per le attività commerciali. Al momento infatti non è da scartare l’ipotesi che il gesto sia stato un segno di protesta per il passaggio di molte regioni in zona rossa a partire da domani, tra cui anche il Lazio e Roma.
L’accaduto viene monitorato con molta attenzione, dal momento che potrebbe essere uno dei primi segnali di contestazione alle politiche e alle restrizioni anti Covid che ormai ci accompagnano da diversi mesi, gravando anche a livello economico su molte attività, già fortemente provate da mesi di limitazioni. Il sentore dei possibili disordini era già nell’aria da diverso tempo, come conferma anche l’avvertimento dello scorso capodanno dell’allora capo della polizia Franco Gabrielli, che aveva segnalato dei possibili rischi legati all’emergenza sociale nel corso del 2021.
Le reazioni della politica
Immediate sono state le reazioni da parte dei politici, primo fra tutti il ministro della Salute, Roberto Speranza, che con un post su Facebook ha espresso solidarietà all’ISS:
“Sono inaccettabili gli atti intimidatori contro l’Istituto Superiore di Sanità. A Silvio Brusaferro e a tutte le donne e gli uomini dell’ISS va il mio pieno sostegno e la gratitudine per il lavoro straordinario fatto ogni giorno al servizio del Paese. Il nemico è il virus. Non chi si impegna per combatterlo”.
Anche il ministro per gli Affari regionali e le autonomie Mariastella Gelmini ha espresso vicinanza all’istituto con un post su Twitter: “solidarietà alle donne e agli uomini dell’Istituto Superiore di Sanità, e al suo presidente Silvio Brusaferro. Siamo certi che le intimidazioni non fermeranno in alcun modo il prezioso lavoro di una struttura che quotidianamente si adopera per condurre il Paese fuori dalla pandemia”.
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