L’ISS ha fornito i numeri dei decessi nelle Rsa dal 1 febbraio al 15 aprile: sarebbero 2.724 i morti riconducibili al coronavirus, il 40% del totale.
In Italia dal 1 febbraio al 15 aprile c’è stata una autentica strage di anziani nelle Rsa a causa del coronavirus. A delineare i numeri di questa tragedia nella tragedia è stato Graziano Onder, direttore del Dipartimento di Malattie Cardiovascolari, endocrino-metaboliche e invecchiamento dell’ISS.
Su un totale di 6.773 decessi che si sono riscontrati tra gli ospiti delle circa mille strutture analizzate, ben 2.724 sono riconducibili al coronavirus. Se infatti 364 di questi erano positivi, per altri 2.360 nonostante non sia stato fatto un tampone il decesso sarebbe da attribuire ugualmente al virus visti i sintomi presentati.
In due mesi e mezzo secondo l’ISS nelle Rsa italiane il 40% delle morti degli anziani ospiti sarebbe dovuto al COVID-19, con gran parte dei decessi che sarebbe avvenute in strutture site nel Centro-Nord del paese.
Nella sola Lombardia si sarebbero riscontrate il 43% del totale delle morti, mentre nelle Rsa del bergamasco sarebberro venuti a mancare il 23% degli ospiti totali.
Nelle #RSA bergamasche al 15 aprile sono morti il 23% degli ospiti. Fonte @SpiCgil pic.twitter.com/YhLWhen8sv
— Fabio Zeta (@antifabiozeta) April 17, 2020
“E’ una criticità non solo italiana – ha commentato Onder - legata al fatto che i residenti in queste strutture spesso hanno una fragilità, una vulnerabilità che predispone agli effetti più negativi dell’infezione”.
Il dato comunque sarebbe parziale, visto che in totale in Italia sono circa 4.500 le Rsa. Il campione però sarebbe sufficiente per capire quanto sia stata drammatica la situazione in queste strutture soprattutto nel mese di marzo, dove si è registrato il maggior numero di decessi in concomitanza anche il picco del coronavirus.
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