Per la prima volta sembra ci sia possibilità di un accordo fra Russia e Ucraina, ma quanto siamo lontani da un cessate il fuoco? Cerchiamo di capire se i negoziati sono andati veramente bene.
Russia e Ucraina fanno un passo in avanti e si parla di significativi risultati. Sono state queste le parole pronunciate alla conclusione della prima giornata del quarto round dei negoziati a Istanbul in Turchia. I colloqui riprenderanno stasera ma per la prima volta si intravede la possibilità di un accordo tra i due Paesi.
Sembra infatti che si apra uno spiraglio di pace, grazie a dei punti di contatto tra le due Nazioni nonostante rimangano molte questioni aperte. Eppure, questo è bastato all’Ucraina per confermare che ci sia una base abbastanza “solida” da cui partire perché si possa arrivare a un incontro tra il presidente Volodymyr Zelensky e il suo omologo Vladimir Putin. Non è dello stesso avviso la delegazione russa che vede la possibilità di un incontro solo dopo la firma finale oltre al colloquio su Donbass e Crimea.
Stati Uniti ed Europa rimangono cauti. Davanti ai diversi punti d’incontro e di scontro tra i due Paesi è naturale domandarsi se i negoziati sono andati veramente bene oppure no. È opportuno quindi capire quali sono stati i passi in avanti e quanto ancora si è lontani da un cessate il fuoco.
Negoziati Russia-Ucraina: quali sono stati i passi in avanti?
I negoziati tra Russia e Ucraina riprenderanno stasera, ma alla fine del primo incontro del quarto round sembrerebbe che per la prima volta ci siano stati dei risultati costruttivi, stando a quanto riportato dalle delegazioni. L’incontro, a cui ha partecipato anche l’oligarca Roman Abramovich, vittima di un tentativo di avvelenamento, si è svolto a Istanbul, in Turchia - uno dei Paesi chiave per i negoziati.
Sul tavolo di lavoro sono emersi diversi punti di contatto e di scontro tra le delegazioni. Ecco quali sono stati passi in avanti fatti:
- Nato e neutralità. L’Ucraina direbbe addio definitivamente alla Nato, ma la candidatura per entrare nell’Ue non potrà essere bloccata. Durante l’incontro, l’Ucraina avrebbe confermato voler adottare uno status neutrale e libero dal nucleare. Questa possibilità per Kiev potrebbe avverarsi solo arrivando a un meccanismo di “garanzie di sicurezza” simile all’articolo 5 della Nato. In questo modo Kiev potrebbe convocare un vertice di emergenza dei Paesi garanti della sicurezza e, se non dovesse essere risolutivo, i Paesi dovrebbero fornire armi e assistenza all’Ucraina.
- Europa. L’Ucraina è disposta a rinunciare alla Nato ma non all’Ue. La delegazione ucraina ha infatti spiegato che “nulla” nell’accordo con Mosca dovrebbe impedire a Kiev di entrare a farne parte dell’Unione. Sembrerebbe che sulla questione sia arrivato anche un via libera - solo verbale - dal capo-negoziatore russo Vladimir Medinsky spiegando che la Federazione della Russia non si oppone al desiderio dell’Ucraina di entrare nell’Ue.
- Riduzione attività militare. Durante i colloqui il viceministro della Difesa della Russia avrebbe promesso di “ridurre drasticamente l’attività militare” nelle direzioni di Kiev e Chernihiv per “aumentare la fiducia reciproca e arrivare a nuovi negoziati per firmare un accordo di pace”.
- Crime e Donbass. Rimane questo il tema più spinoso per le parti. La proposta ucraina sarebbe quella di attivare trattative separate sullo status della Crimea e del porto di Sebastopoli che dovranno concludersi entro 15 anni. In questo lungo arco temporale Kiev si impegnerebbe a non riconquistare i territori con la forza. Medinsky ha confermato il contenuto della proposta ucraina. Per il Donbass, Kiev avrebbe proposto che lo status sia discusso in un incontro tra Putin e Zelensky.
Sullo sfondo dei trattati rimane la possibilità di un incontro tra i due presidenti. Se per la delegazione ucraina potrà avvenire grazie alle basi abbastanza solide, per Medinsky sarà possibile solo “quando l’accordo sarà pronto”.
Negoziati Russia-Ucraina: sono stati veramente un successo?
Per quanto si intraveda uno spiraglio, la questione rimane aperta. Non è possibile dire se i negoziati siano stati veramente un successo - ci si potrebbe anche domandare se questi primi passi nei negoziati non avrebbero potuto essere compiuti prima, risparmiando la sofferenza e le morti della popolazione ucraina.
Al momento – come riportato da Il Fatto Quotidiano - non si registrano strappi da Mosca. È stato lo stesso Medinsky, infatti, a sottolineare come “le offerte di garanzia di sicurezza dell’Ucraina non si applicano al territorio della Crimea e del Donbass”. E lascia ben sperare la promessa di una drastica riduzione dell’attività militare anche se non è chiaro cosa significhi, se ad esempio comporti un cessate il fuoco in regioni dove la resistenza ucraina è riuscita a imporre perdite all’esercito russo. Fonti militari statunitensi però avrebbero segnalato alla Cnn di mezzi militari russi che cominciano a ritirarsi da Kiev verso la Bielorussia.
Una notizia che fa ben sperare, ma il cessate il fuoco totale sembra essere lontano. E lo stesso segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha affermato che gli Stati Uniti non vedono segnali di “reale serietà” dalla Russia, ricordando che c’è una differenza tra quello che la Russia dice e quello che fa. Il timore è che questo avvicinamento possa rivelarsi solo fumo negli occhi. Il segretario di Stato ha quindi chiesto alla Russia di “mettere fine ora all’aggressione” e di ritirare le sue forze dall’Ucraina. Non resta che aspettare gli ulteriori sviluppi dei prossimi incontri, sperando che quello spiraglio apra la strada verso la fine della guerra.
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