I ricercatori del Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie dell’Università di Bologna hanno identificato una nuova mutazione di coronavirus, si tratta del ceppo messicano. Ecco quello che sappiamo sulla sua trasmissibilità e diffusione.
È stata identificata una nuova variante di coronavirus presente anche in Italia: si tratta del ceppo messicano. La scoperta è avvenuta grazie ai ricercatori del Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie dell’Università di Bologna che hanno individuato la mutazione T478K della proteina Spike.
Al momento questo ceppo è responsabile di più della metà dei contagi in Messico, mentre in Europa, oltre ai casi italiani, sono stati identificati un centinaio di contagi in Germania, Svizzera e Danimarca. Ma vediamo cosa sappiamo fino ad ora su questa nuova mutazione.
Scoperta una nuova variante messicana
Alla lunga lista delle varianti di coronavirus si aggiunge adesso quella messicana, la cui mutazione, come nei ceppi di maggiore preoccupazione, è localizzata nel dominio di legame (RBD) della proteina Spike con il recettore umano ACE2, ossia nella zona che il virus utilizza per infettare l’organismo umano.
Al momento il nuovo ceppo messicano B.1.1.519 è stato classificato come “variante sotto osservazione” dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) ed è stato descritto nel dettaglio in uno studio pubblicato sul Journal of Medical Virology. Questo ceppo ha degli elementi in comune con la variante indiana B.1.617.2, ormai ribattezzata Delta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
I ricercatori hanno precisato che nelle ultime settimane la nuova variante messicana è riuscita a diffondersi molto velocemente tra la popolazione nordamericana e in modo particolare tra gli abitanti del Messico: “Si tratta di una crescita che ha velocità simili a quella della più nota variante inglese”, ha aggiunto Federico Manuel Giorgi, professore del Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie dell’Università di Bologna e autore dello studio.
I casi segnalati in Italia
I ricercatori sono riusciti a identificare il nuovo ceppo partendo dall’analisi di tutte le sequenze genomiche di Sars-Cov-2 disponibili sui database internazionali e analizzando quasi 1,2 milioni di campioni, di cui 11.435 riconducibili alla nuova variante con mutazione T478K. Oltre al Messico, la nuova variante è riuscita a raggiungere anche gli Stati Uniti, la Germania, Svizzera e la Danimarca, oltre che l’Italia, dove sono stati rilevati quattro casi.
Quello che al momento preoccupa maggiormente gli esperti è la mutazione T478K analoga a quella del ceppo indiano, dal momento che può essere associata ad una maggiore trasmissibilità del patogeno oltre che ad una maggiore capacità di eludere gli anticorpi indotti dalla vaccinazione o da precedenti infezioni di altri ceppi.
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