Si può fare colazione al bar senza green pass?

Martino Grassi

06/08/2021

È obbligatorio il green pass per fare colazione fuori? Ecco cosa dice il decreto e tutte le regole da rispettare con o senza la certificazione verde al tavolo e al bancone del bar.

Si può fare colazione al bar senza green pass?

Serve il green pass per andare a fare colazione al bar? A partire dal 6 agosto il certificato verde è un documento indispensabile per accedere a diverse attività aperte al pubblico, come palestre, musei, teatri, cinema, bar e ristoranti.

Al momento, secondo un sondaggio condotto da Swg per Confesercenti, un italiano su cinque continua ad essere scettico circa il nuovo documento e dichiara di non volerlo avere. Cosa sarà permesso fare a queste persone? Vediamo cosa dice il decreto.

Colazione al bar senza green pass: si può fare?

La risposta a questa domanda è Si, almeno per il momento, ma con alcune limitazioni.

Per quanto riguarda le attività di ristorazione, come bar e ristoranti, il decreto-legge del 23 luglio 2021 parla chiaro: solamente le persone con il green pass potranno sedersi ai tavoli all’interno dei locali per consumare un pasto o solo per bere un caffè insieme a un cornetto. Non serve invece il green pass per fare colazione al bancone o mangiare un boccone al volo in piedi.

La regola vuole che le persone sprovviste di green pass possono andare a mangiare al bar o al ristorante solo se sedute tavoli all’aperto, e quindi dehors, terrazze, giardini o nelle piazze.

Chi controlla il green pass al bar

Il compito di controllare il green pass spetterà ai titolari e ai gestori dei locali e delle attività della ristorazione, i quali saranno chiamati ad accertarsi che i clienti abbiano a disposizione un certificato verde Covid-19 valido e un documento d’identità prima di farli accomodare ai tavoli all’interno.

Stando alle direttive del governo la veridicità del documento potrà essere accertata attraverso l’App VerificaC19.

Le violazioni del provvedimento possono essere punite con una sanzione amministrativa che va da 400 a 1.000 euro, sia per i clienti che per l’esercente. Nel caso in cui la violazione venga ripetuta per tre volte, in tre giorni diversi, il gestore rischia di dover chiudere la propria attività da uno a dieci giorni.

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