Un rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente ha stimato che in Italia nel 2018 ci siano stati 52.300 morti a causa dell’inquinamento, una cifra al momento superiore ai decessi per Covid nel nostro Paese da quando è scoppiata la pandemia.
In Italia nel 2018 sarebbero morte 52.300 persone a causa dell’esposizione al PM2,5, piccolissime polveri sottili che sono in grado di penetrare più in profondità nell’albero respiratorio umano.
Questo è quanto emerge dall’ultimo rapporto dell’Agenzia europea per l’ambiente (EEA), con l’Italia che a riguardo avrebbe il secondo dato più alto tra i Paesi facenti parte dell’Unione Europea.
Sempre il Bel Paese lo scorso 10 novembre è stato condannato dalla Corte di giustizia europea per aver superato tra il 2008 e il 2017 i limiti massimi del PM10, mentre il 2 novembre è stata aperta una procedura di infrazione per il PM2,5 dopo quella riguardante gli ossidi di azoto.
Nella procedura si legge che dal 2015 quelli che sono i valori limite per il PM2,5 non sono stati rispettati in diverse città Nord (tra cui Venezia, Padova e Milano), soprattutto in quelle situate lungo la valle del fiume Po.
Italia e UE: più morti per inquinamento che per Covid
Notizie queste passate in secondo piano, specie adesso che l’Italia è duramente colpita dall’emergenza coronavirus: al momento si calcola che il Covid abbia nel nostro Paese provocato la morte di 49.823, un numero di poco inferiore di quelle che secondo l’EEA sarebbero decedute nel 2018 a causa dell’inquinamento.
Uno studio poi ha rivelato come ci potrebbe essere un nesso stretto tra lo smog e la diffusione del Covid, con il virus che avrebbe provocato più contagi e morti nelle zone più colpite dall’inquinamento atmosferico.
Stando a un rapporto sempre dell’EEA del 2012, nei Paesi dell’Unione Europea lo smog provocherebbe, in maniera diretta o indiretta, ben 630.000 morti ogni anno, il 13% del totale dei decessi negli allora 28 Stati membri pre Brexit.
Al momento guardando i dati forniti dall’agenzia europea ECDC, nei Paesi facenti parte dell’Unione Europea più il Regno Unito sarebbero morti a causa del Covid 293.544 persone, la metà della stima 2012 per le polveri sottili.
L’inquinamento infatti è responsabile di tumori e malattie cardiovascolari oltre che respiratorie, tutte evitabili se venissero eliminati dei rischi ambientali ritenuti molto pericolosi per la salute delle persone.
“Le persone più povere sono esposte in modo sproporzionato all’inquinamento e alle condizioni meteorologiche estreme - ha poi aggiunto l’Agenzia Europea dell’Ambiente - Ciò è correlato al luogo in cui vivono, lavorano e vanno a scuola, spesso nelle aree socialmente svantaggiate e nei quartieri periferici”.
Se il mondo intero di colpo si è ritrovato in lockdown a causa della pandemia in corso, sul fronte inquinamento invece finora ci si è limitati soltanto a una presa di coscienza dopo l’irruzione sui media mainstream del fenomeno Greta Thunberg.
Alcuni attivisti negli ultimi mesi hanno lanciato un preciso allarme: i grandi e giusti sforzi compiuti dalla comunità internazionale sul fronte Covid, potrebbero togliere attenzione e fondi alla battaglia contro l’inquinamento che, numeri alla mano, è più letale sia in Italia che in Europa del virus che sta mettendo in ginocchio il mondo intero.
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