Quanto è costato lo spread Btp-Bund? Dalle elezioni politiche di marzo 2018 ad oggi il conto è diventato sempre più salato anche grazie ad azioni e obbligazioni
La risalita dello spread Btp-Bund ha avuto conseguente decise sulla ricchezza degli italiani.
L’argomento è tornato sulle prime pagine dei quotidiani nazionali nelle ultime giornate, quando preoccupazioni economiche, proclami e divergenze politiche hanno riportato il differenziale di rendimento fra titoli italiani e tedeschi verso i 290 punti base.
“Con tutto il rispetto per lo spread viene prima il lavoro e la salute degli italiani”,
ha affermato Matteo Salvini. Eppure, proprio la risalita di quello stesso spread Btp-Bund da lui “ignorato” ha già avuto un impatto deciso sugli italiani e sulla loro ricchezza, sfumata di circa 100 miliardi di euro grazie all’andamento dei mercati finanziari (borse e obbligazioni comprese).
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Spread, azioni e obbligazioni: quanto hanno influito sulla ricchezza degli italiani
Dalle elezioni politiche di marzo 2018, ha fatto notare Il Messaggero riferendosi ai dati della Fondazione Hume, la ricchezza degli italiani risulta ancora in rosso per 90 miliardi di euro. L’andamento del mercato azionario, dell’obbligazionario e dei titoli di Stato ha contribuito alla crescita del dato.
Dall’inizio di maggio, le cose sono peggiorate ancora. La Borsa Italiana ha perso nuovamente terreno, mentre lo spread Btp-Bund è tornato a salire vistosamente riportandosi persino sopra i 290 punti base. Il motivo? Da ricercare nella risalita del rendimento decennale italico sopra il 2,7% e nell’andamento del tedesco di pari scadenza ancora in negativo.
Le perdite delle ultime settimane hanno avvicinato il conto alla soglia dei 100 miliardi di euro.
A tutto ciò si aggiungano poi i calcoli effettuati da Bankitalia sul finire del 2018. In quell’occasione l’istituto di Via Nazionale ha stimato un aumento degli interessi sul differenziale di circa 5 miliardi nel 2019.
Secondo la maggior parte del mercato, le oscillazioni dello spread Btp-Bund continueranno ad accompagnare l’Italia fin dopo le elezioni europee. A pesare, infatti, non saranno soltanto le preoccupazioni legate alla guerra commerciale o al rallentamento economico, ma anche e soprattutto gli screzi interni all’esecutivo e la possibilità (rispolverata da ING), di elezioni anticipate.
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