Cos’è la successione particolare? In cosa si differenza da quella universale? Ecco differenze, analogie e disciplina.
Successione particolare e successione universale sono le due tipologie con cui l’erede acquisisce il patrimonio del defunto. La prima si ha quando il testatore individua quali beni e quali diritti andranno in eredità ad un erede determinato, la seconda, al contrario, ha l’effetto di trasferire all’erede tutto il patrimonio nella sua interezza.
In altre parole:
- nella successione universale, il soggetto subentra in tutti i rapporti giuridici del defunto, sia attivi che passivi (quindi i debiti);
- nella successione particolare, il soggetto con qualità di erede succede al defunto solo relativamente a determinati rapporti giuridici.
In questo articolo vedremo come funzionano le due tipologie di successione e quali sono le differenze normative.
Successione: tipologie e funzione
La successione mortis causa è l’istituto giuridico per mezzo del quale uno o più soggetti, individuati dalla legge come eredi, subentrano nel patrimonio del defunto o di singoli diritti patrimoniali.
La decisione circa cosa e a chi dare in successione spetta alla volontà del defunto. Quello della successione è un istituto necessario, in quanto, dopo la morte di una persona, la legge deve necessariamente determinare le regole per l’assegnazione del suo patrimonio.
Nello specifico, gli eredi possono subentrare nel patrimonio del defunto o in via universale, cioè integralmente, con i diritti e gli oneri che ne conseguono, o in via particolare, quindi limitatamente ai beni/diritti individuati dal testatore.
Le due tipologie hanno diverse differenze, sia sul piano concreto ed economico che normativo. Vediamole.
Qui Come si apre la successione?
Successione a titolo particolare: cos’è e come funziona
Si parla di “successione a titolo particolare” quando il defunto ha stabilito in un testamento la disposizione del proprio patrimonio in favore degli eredi. Precisamente, il testatore deve aver deciso prima di morire quali beni destinare ad ogni erede, senza che nessuno abbia diritto a subentrare nell’intero patrimonio.
Nella successione particolare, il defunto trasferisce solo i diritti attivi, e non anche le passività (cioè i debiti), a meno che non si disponga di specifici adempimenti a carico di soggetti terzi; in questo caso, però, gli eredi possono sempre rinunciare all’eredità.
Per la successione particolare, la legge non richiede l’accettazione formale, cosa che, invece, è necessaria negli altri casi.
Successione a titolo universale: cos’è e come funziona
Per “successione a titolo universale” si intende la circostanza in cui l’erede subentra nel patrimonio del defunto integralmente, senza distinzione tra attività e passività.
Nella successione universale, l’accettazione dell’eredità è rimessa alla scelta degli eredi, che hanno 10 anni a partire dalla morte del de cuius per prendere una decisione.
In sede di accettazione, l’erede può:
- accettare la successione universale;
- rinunciare all’eredità;
- accettare con beneficio di inventario, significa che i patrimoni di defunto ed erede restano distinti.
Detto in altre parole, la successione universale causa il subentro integrale dell’erede nella posizione patrimoniale in cui si trovava il testatore prima della morte. Quindi, nelle successioni a titolo universale il possesso non si interrompe ma prosegue senza interruzione dal defunto all’erede.
© RIPRODUZIONE RISERVATA