Talebani: previsto boom dell’export di eroina

Angela Di Pietro

14/08/2021

L’85% dello stupefacente proviene dall’Afghanistan. Attraverso la droga, i militanti islamici si finanziano. Guadagni finora fino a tre miliardi l’anno.

Talebani: previsto boom dell’export di eroina

Sangue e morti, l’esodo arroventato. Polvere e fumo. La conquista dell’Afghanistan da parte dei talebani, ormai a cinquanta chilometri da Kabul, contempla un retroscena di carattere economico.

L’avanzata dei militanti islamici potrebbe infatti alimentare l’impennata dell’export di eroina e metanfetamine. Intanto i talebani prendono possesso delle rotte commerciali internazionali.

L’Afghanistan e l’oppio

L’Afghanistan è Paese povero, la sua economia si concentra nell’agricoltura, elemento di sopravvivenza per gli indigeni. Il prodotto tuttavia che più di altri costituisce fonte di approvvigionamento è il papavero da oppio. I papaveri da oppio, che crescono spontaneamente nelle campagne afgane, sono la più cospicua fonte denaro del paese, con un valore delle esportazioni compreso tra 1,5 e 3 miliardi di dollari l’anno, secondo un rapporto dell’ispettore generale degli Stati Uniti per la ricostruzione dell’Afghanistan.

Rotte commerciali conquistate

Va detto che i talebani hanno condannato numerose volte l’uso e la produzione da oppio. Ciò non basta a scoraggiare le esportazioni che consentono ai militanti di finanziare la loro guerra. Da venti anni, infatti, la maggior parte dei terreni coltivati a papavero da oppio è in mano loro e proprio questo rappresenta la prima fonte di guadagno dei talebani, secondo un recente rapporto dell’Unodc.

The New York Post rileva come i talebani ora controllino circa dieci valichi internazionali, tra cui Zaranj, che si trova vicino al confine con l’Iran e ha una storia come snodo fondamentale per il contrabbando di carburante, droga e persone.

Gli agenti afgani bruciano l’oppio

Il rischio paventato è una certezza non avallata da conferma. Gli americani se ne vanno, i talebani prendono possesso delle più grandi città che forniscono accesso alle rotte internazionali: l’esportazione delle droghe potrebbe essere intensificata e costituire un vero e proprio mercato parallelo a quelli consueti. Saranno la guerra e la necessità di autofinanziarsi a stravolgere il mercato globale degli stupefacenti. Non solo. Andranno a peggiorare la tossicodipendenza nei Paesi limitrofi. Gli agenti afghani, nel disperato tentativo di respingere l’avanzata talebana, sono stati visti bruciare intere produzioni di oppio. Ma non basterà.

I talebani e l’efedra

Dagli Stati Uniti l’indiscrezione: i militanti islamici stanno diversificando le coltivazioni, puntando sull’efedra, altra pianta spontanea che viene utilizzata per produrre metanfetamine. Foreign Policy ha riferito che la metanfetamina è molto più economica da produrre rispetto all’eroina e che i trafficanti talebani stanno ora cercando di aumentare l’esportazione di metanfetamine attraverso le loro rotte consolidate di contrabbando di eroina.

Una produzione solida

Almeno l’85% dell’eroina mondiale proviene dall’Afghanistan. Nel 2020 il numero di sequestri di droga effettuati dalle forze dell’ordine afghane era diminuito di oltre il 50% rispetto all’anno precedente.

Allo stesso tempo, la quota di terra afghana utilizzata per coltivare papaveri è aumentata del 37% nel 2020. I dati fanno riflettere sulla progressiva avanzata dai talebani che hanno preso possesso graduale delle produzioni intensificandole e bloccando di fatto tutti i controlli possibili. Dietro la guerra, in altre parole, c’è un’economia malata che cresce. Dietro una economia malata che cresce c’è una geografia del mercato degli stupefacenti che cambia. In maniera inarrestabile.

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