Si ha diritto a un rimborso per il costo sostenuto per test, tamponi e mascherine grazie all’agevolazione fiscale riconosciuta per le spese mediche. Ma ci sono delle regole da seguire.
Tamponi e mascherine sono diventati ormai parte del bilancio familiare, ragione per cui le famiglie cominciano a chiedersi se esistono delle possibilità per ottenere il rimborso per i costi sostenuti. Si pensi, ad esempio, a quei genitori che acquistano ogni giorno delle mascherine FFP2 ai propri figli, come pure ai non vaccinati che periodicamente hanno dovuto sottoporsi a tampone per poter andare al lavoro.
C’è la possibilità di recuperare un tale costo? Il momento giusto è sicuramente la prossima dichiarazione dei redditi 2022, quando sarà possibile beneficiare delle agevolazioni fiscali per poter recuperare - anche solo in parte - il costo sostenuto nell’ultimo anno per test, tamponi e mascherine.
Va detto, però, che per recuperare un tale costo ci sono delle regole da seguire; vediamo come funziona il rimborso e quali caratteristiche devono avere mascherine e tamponi per averne diritto.
Tamponi, test e mascherine: la detrazione per spese sanitarie
Nella maggior parte dei casi - maggiori chiarimenti nel paragrafo successivo - tamponi, test e mascherine rientrano tra le spese sanitarie per le quali si ha diritto ogni anno a all’apposita detrazione IRPEF. In sede di dichiarazione dei redditi, quindi, è possibile indicare le spese sostenute così da poter beneficiare eventualmente di un rimborso.
Nel dettaglio, la detrazione per le spese sanitarie è del 19%, calcolato su un importo superiore ai 129,11€ e su un massimo di 1.000,00€.
Per calcolare la detrazione spettante, quindi, basta utilizzare la seguente formula:
(SPESE SOSTENUTE - 129,11) *19/100
Dove le spese sostenute non possono comunque essere superiori ai 1.000,00€.
Qual è dunque l’importo massimo che si può ottenere a titolo di rimborso? Sostituendo il valore 1.000,00€ alle spese sostenute, sottraendone il valore della franchigia e calcolando il 19% del risultato ottenuto, ne consegue un rimborso massimo di 165,47€, cifra da portare in detrazione con la dichiarazione dei redditi.
Attenzione: per poter usufruire della suddetta detrazione bisogna che le spese dichiarate vengano documentate da apposita documentazione. Sono considerati dei “giustificativi” validi gli scontrini parlanti, le fatture e le ricevute fiscali
Tamponi e mascherine rientrano nella detrazione?
I tamponi e i test di qualunque tipo rientrano nella detrazione suddetta. Ma attenzione, perché bisogna comunque seguire determinate regole per far sì che questi rientrino in tale agevolazione.
Nel dettaglio, mentre per i test rapidi, molecolari, sierologici, o antigenici, eseguiti in farmacia o presso laboratori pubblici o comunque accreditati con il SSN il costo sostenuto può essere sempre portato in detrazione anche se pagato in contanti, nel caso di test e tamponi eseguiti da strutture private non accreditate con il SSN è necessario che sia stato utilizzato un metodo di pagamento tracciabile. Diversamente non sarà possibile portare in detrazione il costo sostenuto per il test.
Anche il costo sostenuto per le mascherine può essere portato in detrazione, l’importante è che si tratti di dispositivi medici. A tal proposito è importante sapere quando le mascherine sono considerate dispositivi medici. Nel dettaglio, secondo il Ministero della Salute, queste devono:
- se mascherine chirurgiche va rispettata la norma tecnica UNI EN 14683:2019;
- se mascherine FFP2 o FFP3 va rispettata la norma tecnica armonizzata UNI EN 149:2009.
Ogni altra mascherina reperibile sul mercato, come ad esempio possono essere le mascherine comunitarie o quelle di tessuto, non costituisce né dispositivi medici né dispositivi di protezione individuale e quindi non può essere portata in detrazione.
Tamponi effettuati all’estero: rientrano nella detrazione?
Anche le spese sanitarie sostenute all’estero, come può essere un tampone a cui ci si è sottoposti prima di tornare in Italia, possono godere della suddetta detrazione, ma nel rispetto di alcune regole. Intanto serve una documentazione da utilizzare come giustificativo e serve anche che il pagamento sia avvenuto con metodo tracciabile.
La documentazione, se in lingua straniera, va tradotta.
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