Mancano due giorni all’entrata in vigore dell’obbligo di green pass sui luoghi di lavoro, si vociferano tamponi gratuti per tutti: ma quali sono i problemi?
Mancano soltanto due giorni per l’ora X: il 15 ottobre 2021 scatterà l’obbligo del green pass. La norma vale sia per i dipendenti pubblici che per quelli che lavorano nelle imprese private.
Dopo l’annuncio del governo Draghi di introdurre la certificazione verde - che attesterebbe l’avvenuta vaccinazione, la negatività al tampone o la guarigione dalla malattia - le tensioni sono esplose. L’esempio emblematico è stato quello di sabato scorso, quando, il 9 settembre 2021, data che probabilmente rimarrà nella memoria collettiva italiana, un gruppo di manifestanti ha assaltato la sede della Cgil in Corso d’Italia a Roma.
Nelle ultime settimane abbiamo visto susseguirsi cortei, sit-in, manifestazioni di piazza, scontri e proteste: segnali che suggeriscono che la situazione è sempre più preoccupante. Infatti, nei salotti dei talk-show e nei palazzi di governo, si sta iniziando a parlare di tamponi gratuiti per tutti quei lavoratori che non hanno intenzione di sottoporsi alla vaccinazione: una mossa che mitigherebbe gli animi.
Il dibattito è acceso: c’è chi, da una parte, chiede tamponi gratis per i lavoratori indecisi e/o contrari, così da permettere loro di lavorare; chi, dalla sponda opposta, taglia sulla questione per non disincentivare la sottoposizione volontaria al vaccino. Inoltre, c’è chi marcia sulla frattura per ottenere consenso politico e/o profitti economici.
In mezzo a tutto questo marasma, però, esiste un’ulteriore posizione, quella più oggettiva e chiara: la logistica.
Il problema dei numeri
In Italia, le persone che hanno completato il ciclo vaccinale sono quasi 43.500.000 milioni, l’80,54% della popolazione Over 12 (ossia quella vaccinabile); la percentuale cresce di un 5% se si considerano le persone con almeno una dose di vaccino. La maggiore copertura si manifesta nella popolazione over 80: il 93,5% ha completato il ciclo.
Quanti su questa quota sono occupati e in età lavorativa? Ottenere questa quantità non è semplice. Dai report della struttura commissariale, facendo due calcoli, ricaviamo che tra la popolazione in età lavorativa (dai 20 ai 70 anni), il numero di non vaccinati si attesta intorno ai 6,2 milioni, ma di questi non sappiamo quanti siano occupati. Secondo la fondazione GIMBE, gli occupati non vaccinati sono 4,5 milioni, dato che risulta indicativo e non certo.
Quindi, esiste un problema di comprensione del numero di lavoratori non vaccinati. Insomma, non si sa quanti tamponi dover effettuare giornalmente. In più, potrebbe mancare il personale sanitario e farmaceutico per garantire lo screening.
Il problema del personale
Sul versante dei rifornimenti non sembrano esserci particolari problemi: i tamponi ci sono e le forniture non tarderanno ad arrivare. I soldi in ballo sono tanti, e l’opportunità è dietro l’angolo per produttori e distributori.
Coloro che possono effettuare i test molecolari e antigenici sono le farmacie, le strutture sanitarie pubbliche, i medici di base e le strutture sanitarie private convenzionate con il Sistema Sanitario Nazionale. Durante la pandemia, il massimo regime di tamponi effettuati è stato di 380.000, tra molecolari o antigenici. Ora, con più libertà di movimento, potrebbe essere più semplice, ma le strutture non tengono.
I punti più gettonati, per accessibilità ed economicità, sono le farmacie. Ma, sul totale, 10.000, un po’ di più della metà, hanno aderito al patto del governo di effettuare i test. Marco Cossolo, presidente di Federfarma, ha dichiarato che:
Non essere preoccupati sarebbe da irresponsabili ma non voglio nemmeno gridare al lupo troppo presto. Intanto tra agosto e settembre abbiamo già quasi triplicato i tamponi. Ne facevamo 80mila, ora siamo a 200mila, cioè a due terzi del totale di quelli analizzati ogni giorno in Italia. Possiamo crescere ancora. Quanto? Vedremo, sono fiducioso.
Il Presidente della Federfarma sembra essere fiducioso, ma i numeri paiono non molto rassicuranti. Inoltre, anche il governo non ha accolto la proposta di alcuni: il Ministro Orlando si è già dichiarato contrario. Le motivazioni sono di carattere psicologico ed economico: non si vuole disincentivare la vaccinazione e spendere troppe risorse economiche.
I problemi, nel momento in cui si dovessero prevedere tamponi gratuiti per i lavoratori non vaccinati, sarebbero:
- il numero di tamponi da dover garantire ogni giorno;
- il via libera delle farmacie che sono disposte a aderire alla campagna;
- l’esborso di denaro pubblico.
Mentre noi giornalisti scriviamo, e gli opinionisti argomentano le posizioni, in Italia la tensione cresce.
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