I contribuenti potranno dire addio ad alcune micro-tasse grazie alla riforma del Fisco promossa dal Governo Draghi. Ecco quali imposte saranno cancellate all’attuazione della legge delega.
Addio alle micro-tasse che complicano la vita dei cittadini e che si rivelano essere delle entrate trascurabili per lo Stato. È giunta al termine l’indagine conoscitiva condotta dalle commissioni Finanze di Camera e Senato. Proprio in questi giorni il Governo Draghi ha lavorato alla stesura del testo della legge delega della riforma del fisco.
Ci vorranno ancora 18 mesi per l’attuazione della legge e quindi non è ancora dato sapere con certezza i dettagli del disegno, ma ciò che è sicuro è che la riforma prevede l’eliminazione di tasse e imposte che costituiscano un gettito trascurabile per lo Stato e che, al contempo, risultano gravose per i singoli contribuenti. Una corsa a ostacoli che il Governo è deciso a eliminare una volta per tutte.
Riforma del Fisco: addio alle micro-tasse
La riforma del Fisco, per cui la legge delega è stata approvata il 5 ottobre, ha l’obiettivo di ridurre il peso del gettito fiscale, aggiornando un quadro normativo ormai datato, riformandolo in alcuni casi solo parzialmente.
La delega è costituita da ben 10 articoli che hanno il compito di stimolare la crescita economica, tagliando sulla pressione fiscale troppo elevata. La legge delega prevede quindi una maggiore efficienza del sistema delle imposte e un alleggerimento del carico fiscale sul sistema della produzione.
Non è un caso quindi che tra i 10 articoli ce ne sia uno dedicato interamente alla questione “micro-tributi”. Infatti l’articolo prevede una “razionalizzazione e semplificazione del sistema fiscale con la riduzione degli adempimenti, tagliando le micro-tasse”.
Riforma del Fisco: quali sono le tasse cancellate
Il processo per l’attuazione della legge delega non così semplice ed è previsto che ci vorranno 18 mesi per attuarla; per tale motivo non è possibile conoscere con certezza quali saranno le tasse cancellate. Tuttavia nel nostro ordinamento esistono circa una ventina di tributi con un gettito complessivo di 250 milioni l’anno che tendenzialmente potrebbero essere aboliti, come ha precisato Luigi Marattin presidente della commissione Finanze di Montecitorio.
Volendo scendere nel dettaglio: con questi tagli il fisco perderebbe 152 milioni su 11 micro-imposte erariali, 91 milioni su 7 imposte regionali e 10 milioni su 3 micro-imposte comunali. Tra queste micro-tasse “papabili” ce ne sono alcune ormai ben note ai lavoratori e agli studenti in Italia.
- La sovraimposta sulle utenze di acque pubbliche. Questo micro-tributo apporta solo 271 mila euro alle casse dello Stato.
- La tassa regionale sull’abilitazione.
- Il bollo di 73,50 euro da versare al momento del rilascio del passaporto.
- Il bollo da 16 euro che ogni studente deve versare quando presenta la domanda di laurea.
- Un secondo bollo da 16 euro che gli studenti versano al momento del ritiro della pergamena.
- La tassa regionale per l’abilitazione all’esercizio professionale. Per il singolo cittadino questa tassa corrisponde a un centinaio di euro, mentre allo Stato apporta complessivamente un’entrata di 1,8 milioni di euro.
- La tassa regionale di abilitazione all’insegnamento, analoga per valore a quella dell’esercizio professionale.
- L’imposta sugli intrattenimenti da pagare per la musica eseguita nel locale, o anche solo per la presenza dei biliardini o di altri apparecchi nei locali. Per lo Stato questo genere d’imposta corrisponde a un’entrata di 35 milioni di euro.
- Il “super bollo auto” rintrodotto dal governo Monti a carico delle vetture più potenti.
- Il tributo provinciale per l’esercizio delle funzioni ambientali, che aggiunge un 5% dell’importo dovuto.
Tutte queste tasse hanno un valore irrisorio per il funzionamento e finanziamento della macchina statale, ma hanno un peso non indifferente per le famiglie italiane. Il problema, oltre all’esborso, è la necessità di ricordarsi di tali tributi e di pagarli con modalità che non sempre risultano semplici ai cittadini.
Riforma del Fisco e tagli: perdite da compensare
A ogni taglio deve corrispondere un’entrata. La legge delega prevede che la perdita di gettito per le imposte cancellate sia calcolata e compensata all’interno dello stesso testo della riforma fiscale. La stessa Agenzia delle Entrate si trova a favore di questi tagli che snellirebbero il lavoro della macchina statale. Infatti Ernesto Maria Ruffini, il presidente dell’Agenzia, ha commentato positivamente la nuova riforma del Fisco.
La legge delega andrebbe infatti a eliminare tutta una serie di tributi che comportano “molti adempimenti per i contribuenti e poche entrate per lo Stato”. Questi tagli permetterebbero di avere una vita più semplice non solo ai cittadini ma anche all’Agenzia. Ruffini ha poi concluso ricordando che il lavoro non finisce con questo aspetto, ma bisognerà semplificare altre imposte.
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