Il problema del trasporto di materiale infiammabile è stato sollevato dal tragico incidente di Bologna dello scorso agosto e torna d’attualità con l’incendio a Fara in Sabina. Vediamo quali sono le norme per trasportare GPL.
L’incidente avvenuto ieri nel reatino, con l’esplosione di un distributore di carburante mentre una cisterna riforniva GPL, porta il tragico bilancio del 2018 a dieci vittime e decine e decine di feriti per trasporto di materiale infiammabile.
Un anno scandito da tre incidenti mortali che hanno causato anche ingenti danni all’ambiente: a Montirone, in provincia di Brescia, il tamponamento che ha coinvolto una cisterna ha causato una grande esplosione e una colonna di fumo distruggendo un ponte sulla A21. Era il 2 gennaio. Ad agosto, invece, a Bologna, sul Raccordo Autostradale Bologna Casalecchio, in prossimità dello snodo A1-A14, un’esplosione ha causato due vittime e più di settanta feriti, e ieri è accaduto nei pressi di Fara in Sabina, in provincia di Rieti, sulla via Salaria.
Queste tre stragi della strada hanno in comune il trasporto di carburante, in particolare GPL. Quanto è pericoloso trasportare GPL e quali sono le norme che vanno rispettate? Queste sono alcune delle domande che ci si pone di fronte alle immagini delle esplosioni.
Quanto è pericoloso trasportare il GPL?
L’esplosione di Bologna, per vicinanza con palazzi e abitazioni, ha coinvolto decine di auto di due concessionarie, e ha distrutto i vetri delle abitazioni e dei negozi della zona. Testimonianze video mostrano come siano stati bruciati oggetti e tende fino ai piani più alti dei palazzi.
Il GPL, gas di petrolio liquefatti, è un carburante liquido derivato dal petrolio tra i più convenienti per rapporto qualità prezzo, e che garantisce anche un minore inquinamento rispetto a benzina e gasolio.
Nei serbatoi delle auto con impianto GPL di serie o no, la quantità è talmente ridotta da non causare eccessivi problemi, altrimenti non avrebbe ricevuto le omologazioni valide in tutta Europa. Il problema è che sulle autostrade italiane, ogni giorno circolano milioni di tir e molti di questi trasportano materiale infiammabile: alcuni sono vecchi mezzi, con scarsa manutenzione, che trasportano carburanti destinati al rifornimento delle auto o al riscaldamento delle abitazioni.
Una quantità come quella di Bologna dovrebbe essere attorno ai 40mila litri, forse troppi per essere trasportati su una cisterna in autostrada, affidati alla responsabilità di una persona. Il GPL è altamente infiammabile e, a differenza della benzina o del gasolio, si alza con il vento più facilmente non appena si riduce la pressione che lo comprime nelle bombole.
Come si trasporta il GPL? Le norme
Solitamente, i materiali infiammabili vengono trasportati su autotelai o rimorchi trainati da auto articolati che ne riescono a portare una media di circa 48mila litri.
Le norme ADR relative al trasporto internazionale delle merci pericolose su strada, condivise dai Paesi dell’Unione europea, regolano procedure, limitazioni, segnalazioni e altri criteri come la formazione del personale addetto al trasporto.
I mezzi devono rispettare la norma UNI EN 12493 che prevede requisiti minimi per:
- I materiali utilizzati;
- I criteri di progettazione;
- Il processo di costruzione;
- I procedimenti di lavorazione;
- Le prove dei serbatoi di acciaio saldato per cisterne stradali.
A questo va poi aggiunta la manutenzione, ma nel trasporto stradale molto dipende dalle condizioni del tamponamento e dalla posizione in strada della cisterna.
Quando avvengono tamponamenti a cisterne o auto con GPL, può accadere non solo il pool fire, ovvero lo scoppio del veicolo per una pozza di gas accesa, ma anche il jet fire, in cui si accende anche la fuoriuscita di vapori in forte pressione che può far scoppiare tutto il serbatoio, come accaduto a Bologna.
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