Cosa prevede il Comprehensive Agreement on Investments, il trattato commerciale che Unione Europea e Cina sono pronte a firmare entro la fine del 2020.
Nelle prossime ore Unione Europea e Cina potrebbero firmare uno storico trattato commerciale: il Comprehensive Agreement on Investments.
Un accordo che cambierebbe radicalmente i rapporti tra le due aree economiche, permettendo un aumento del volume degli scambi e degli investimenti sia per le aziende europee che cinesi in diversi settori, tra cui quello manifatturiero, delle telecomunicazioni, delle costruzioni e dei trasporti
L’intesa sulle trattative iniziate nel 2013 potrebbe essere siglato entro la fine del 2020, grazie alla proposta sorprendente della Cina. In questo modo la Merkel, prima di veder scadere il 31 dicembre il suo ruolo di presidente del Consiglio dell’UE, dopo il raggiungimento del deal con il Regno Unito sulla Brexit, potrebbe riuscire a conseguire questo ulteriore obiettivo.
Il trattato avrebbe certamente un impatto significativo a livello economico sia per l’Eurozona che per il Dragone, con il CAI che prevede misure e cambiamenti radicali nelle relazioni per entrambe le parti.
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Le misure contenute all’interno del Comprehensive Agreement on Investments, anche se non ancora ufficializzate, dovrebbero quindi prevedere:
- Nuove opportunità e condizioni migliori per l’accesso ai rispettivi mercati da parte delle imprese europee e cinesi
- Armonizzazione dei contesti normativi relative alla trasparenza e la certezza giuridica
- Garanzie per gli investitori di ambo le parti in UE e Cina, con la salvaguardia reciproca da comportamenti discriminatori e trattamenti ingiusti
- La possibilità di trasferimento dei capitali e investimenti da una zona all’altra senza ostacoli
- Sostegno a iniziative per lo sviluppo sostenibile, tramite l’incoraggiamento di investimenti responsabili e la promozione di norme ambientali e di tutela del lavoro
- Stabilire un meccanismo di risoluzione in caso di controversie tra le due parti
Inoltre l’Unione Europea ha richiesto in maniera specifica l’adozione da parte del Governo di Pechino di regole nel proprio ordinamento giuridico per rimuovere le asimmetrie attualmente esistenti, per il mancato rispetto delle aziende cinesi di alcune tutele fondamentali.
In caso si riuscisse effettivamente a raggiungere un accordo entro la fine dell’anno, si dovrebbe comunque aspettare la fine del 2021 prima che esso venga recepito da tutti i Paesi membri dell’UE.
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Tutti gli Stati del blocco comunitario sembrano essere favorevoli alle condizioni raggiunte dagli emissari di Bruxelles, ma dalla Polonia è arrivato il suggerimento di attendere l’inizio della nuova presidenza di Joe Biden prima di ratificare il CAI.
Proprio dall’entourage del presidente eletto, pronto a insediarsi alla Casa Bianca il prossimo 20 gennaio, arriva il monito del futuro National Security Adviser Jake Sullivan, il quale su Twitter ha invitato a svolgere delle consultazioni con l’amministrazione Biden-Harris sulle preoccupazioni americane nei confronti della Cina.
In caso di firma, infatti, Biden non riuscirebbe a attuare la sua strategia di politica estera, che prevede la formazione di una coalizione globale, la quale dovrebbe includere anche l’Europa, in grado di frenare le mire espansionistiche della Repubblica Popolare guidata da Xi Jinping.
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