Trump rilancia la guerra dei dazi, ma il 68% degli investitori non cambia strategia

Redazione

14/04/2025

Nonostante i crolli in Borsa e i timori di recessione, i lettori di Money.it restano fermi sulle proprie scelte finanziarie.

Trump rilancia la guerra dei dazi, ma il 68% degli investitori non cambia strategia

I mercati finanziari globali sono stati travolti da un’ondata di vendite dopo che il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato l’introduzione di nuove tariffe doganali: una decisione che lui stesso ha definito il «Giorno della Liberazione», ma che si è trasformata in un incubo per gli investitori.

Eppure, a dispetto del crollo delle Borse mondiali e delle fosche previsioni economiche, la maggior parte degli investitori italiani sembra non aver modificato il proprio approccio. Secondo un sondaggio condotto da Money.it, infatti, il 68% dei lettori rispondenti ha dichiarato di non aver cambiato il proprio modo di investire dopo l’annuncio dei dazi di Trump.

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Nel frattempo, l’Unione Europea lancia l’allarme: le nuove tariffe americane potrebbero colpire più duramente gli stessi Stati Uniti che il Vecchio Continente. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha accennato a possibili contromisure europee, con l’ipotesi di una tassa sui ricavi pubblicitari digitali che colpirebbe le Big Tech statunitensi.
Anche il ministro delle Finanze tedesco, Jörg Kukies, ha invitato alla prudenza: “Non abbiamo vere alternative. Alcuni rappresentanti aziendali mi hanno confermato che al momento non esistono provider di cloud o intelligenza artificiale che offrano una scalabilità sufficiente per un’alternativa credibile”. Dalle fonti di Bruxelles, tuttavia, arriva un messaggio chiaro: il focus resta sul negoziato con Washington.

Il dato del sondaggio condotto da Money.it lascia spazio a una riflessione interessante. Nonostante le turbolenze e l’incertezza, una larga maggioranza del pubblico non si è lasciata prendere dal panico. Il 68% afferma di non aver modificato la propria strategia d’investimento, un segnale di fiducia nella tenuta dei mercati o, forse, di scetticismo verso l’efficacia di contromisure impulsive.
Una quota del 32%, invece, ha scelto di riposizionare il proprio portafoglio, probabilmente optando per asset più difensivi o mercati meno esposti alle tensioni USA-Cina.

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