I minori ricavi dell’ultima trimestrale Twitter sarebbero dovuti a precauzioni prese dal social network per tutelare la privacy degli utenti
Le azioni Twitter sono scese di quasi il 20% dopo che la compagnia ha diffuso i dati dell’ultima trimestrale. Ad aver causato i minori ricavi sarebbero stati una serie di bug collegati alla pubblicità, che hanno ridotto il numero delle attività monetizzabili degli utenti.
Nello specifico, nel terzo quarto Twitter ha riportato:
Earnings per share: 17 cent (attesi 20 cent);
Ricavi: $823,7 milioni, contro gli $874 milioni attesi);
Utenti giornalieri monetizzabili: 145 milioni (in salita).
Trimestrale Twitter, ricavi sotto le aspettative
Nel report relativo alla trimestrale Twitter, la compagnia ha allertato agli azionisti che i problemi riscontrati finora continueranno fino alla fine dell’anno e potrebbero avere effetti anche nel 2020.
Un avvertimento dovuto, che però ha causato il crollo delle azioni del social network.
La compagnia ha detto di aver scoperto nel corso del Q3 una serie di bug che avevano colpito la capacità di generare pubblicità su target specifici e di condividere dati con i partner.
Per il terzo quarto, gli introiti dalla pubblicità sono stati di 702 milioni di dollari, l’8% in più dello stesso periodo dell’anno precedente. Ma decisamente inferiori ai 756 milioni previsti da alcuni analisti.
Trimestrale Twitter, il motivo dei minori ricavi
La ragione dei minori ricavi, in realtà, è curiosa: Twitter avrebbe infatti volontariamente chiuso delle app che raccoglievano dati senza il consenso degli utenti.
Nel corso del Q3, ha spiegato il CFO Ned Segal, la compagnia si è accorta di numerosi bug che impedivano al social di funzionare come dovuto.
Alcuni di questi riguardavano appunto le impostazioni della privacy, che non venivano rispettate nonostante gli utenti avessero negato il consenso. Non appena Twitter se n’è resa conto, ha chiuso del tutto la funzione.
Quello della privacy è un tema molto delicato per i social network e, in generale, per le aziende tech. Diverse compagnie come Facebook e Google hanno ricevuto critiche per l’uso indiscriminato dei dati personali dei propri utenti.
Altra questione importante è quella della condivisione con terze parti, e anche qui Twitter ha dovuto “spegnere” alcune funzioni che diffondevano indiscriminatamente dati senza il permesso degli iscritti.
“Non c’è stato solo un problema. Ci sono stati diversi problemi che abbiamo scoperto nel corso del quarto, e quando sommi il loro impatto, anche se lavori per rimediare, può esserci un impatto negativo sui ricavi”
, ha detto Segal.
I bug hanno influenzato, in questo modo, anche il prezzo degli spazi pubblicitari. Che Twitter vende all’asta. Un prezzo che sale in relazione alla precisione con cui le pubblicità arrivano all’utente più idoneo.
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