L’Unione Europea è ponta ad attivare a giugno un piano di obbligazioni da 806 miliardi di euro, di cui il 30% in green bond, per finanziare il Recovery Fund.
806 miliardi di euro è la cifra che l’Unione Europea intende riuscire a reperire sui mercati entro il 2026 per finanziare il Recovery Fund, con un ritmo medio di 150 miliardi di euro ogni anno e di circa 15-20 miliardi al mese.
Questo è quanto annunciato dal commissario al Bilancio Johannes Hahn, sottolineando come la Commissione stia aspettando la ratifica ufficiale da parte di tutti i Paesi membri sulla decisione di aumentare le risorse proprie del bilancio europeo.
Infatti sono dieci gli Stati aderenti che devono ancora dare il via libero definitivo per permettere lo sblocco dei fondi del Next Generation EU e, contestualmente, la possibilità di raccogliere autonomamente i denari sulle piazza finanziarie.
Hahn ha quindi inviato un appello a queste nazioni nel concludere il processo interno di approvazione nei tempi più rapidi possibili, per poter avviare a giugno la vendita della obbligazioni sui mercati, così da non mettere a rischio il piano di ripresa economica dell’Unione Europea.
Il piano UE da 806 miliardi per finanziare il Recovery Fund
Il commissario al Bilancio ha spiegato che le obbligazioni avranno diversa durata, ovvero tra i 3 e i 30 anni, ma si sta pensando anche al lancio di titoli con una scadenza inferiore a 1 anno.
Secondo alcuni osservatori si tratta di un altro passo verso la creazione degli eurobond auspicata da diverse figure, tra cui il presidente del Consiglio italiano Mario Draghi.
Inoltre, come era stato comunicato già in precedenza, la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha ribadito sul proprio profilo Twitter che il 30% del Recovery Fund sarà finanziato dall’emissione di green bond europei, per un valore complessivo di oltre 250 miliardi di euro.
In questo modo, quindi, l’UE distribuirà sui mercati il più alto valore di obbligazioni verdi a livello internazionale, diventando leader mondiale dei green bond.
L’accesso alle risorse del Next Generation EU per gli Stati membri
Intanto emergono anche importanti novità sull’accesso alle risorse del Next Generation EU.
Lo stesso Johannes Hahn ha affermato come le tranche di prefinanziamento, pari al 13% del totale ovvero circa 45 miliardi di euro, saranno erogate a luglio agli Stati che hanno presentato per primi il proprio Piano di ripresa e resilienza, mentre gli ultimi che invieranno a Bruxelles la documentazione richiesta dovrebbero riuscire a poter mettere le mani su questi soldi a settembre.
Si conferma così il principio “chi prima arriva, prima è servito”, già dichiarato da parte della Commissione Europea per spronare i Governi nazionali ad accelerare i processi di redazione dei Pnrr.
A circa due settimane dalla scadenza del 30 aprile, si prevede una corsa finale degli Stati su chi riuscirà a presentare il piano per il finanziamento delle attività, così da poter immettere all’interno della propria economia tali risorse in tempi rapidi.
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