I rischi che Joe Biden dovrà affrontare sotto l’inizio della sua presidenza per la ripresa economica degli Stati Uniti.
Il piano previsto da Joe Biden per la ripresa economica degli USA dopo la crisi pandemica da Covid-19 dovrà far fronte a diversi rischi.
Nonostante il programma di stimoli previsto da oltre 900 miliardi di dollari discusso in questi giorni al Congresso di Washington, il problema del debito privato delle aziende americane potrebbe compromettere la crescita per i prossimi anni.
Al momento esistono alcune previsioni negative e altre, invece, abbastanza ottimistiche rispetto al futuro del sistema economico statunitense. Entrambe poggiano su elementi di partenza abbastanza veritieri, ma che nei mesi a venire dovranno fare i conti con la prova dei fatti.
USA: i rischi per Biden e il suo piano di ripresa economica
Le ipotesi più pessimistiche fanno riferimento ai miliardi di dollari presi in prestito in questi mesi dalle imprese per evitare il fallimento, ma che sono a rischio insolvenza a causa dell’incertezza che grava sui propri affari.
A fare da garante agli investitori che hanno messo a disposizione questi prestiti è stata la Fed, in qualità di prestatore di ultima istanza.
Una strategia che, come sta avvenendo anche in Europa, da una parte mette al riparo dalle chiusure nel breve periodo, dall’altra rischia di rendere il settore privato più vulnerabile nel futuro.
Debito record delle imprese private
I debiti delle società hanno raggiunto complessivamente la cifra record di 850 miliardi di dollari dalla fine del 2019 fino a settembre del 2020 e le previsioni rispetto al 2021 non sono al momento rosee.
Per S&P Global Ratings, il tasso di insolvenza del debito speculativo si attesta su un range tra il 9 e il 12% nel terzo trimestre del prossimo anno, ovvero tornerebbe ai livelli registrati durante le recessioni del 2008 e, andando indietro nel tempo, del 1990.
Una situazione che potrebbe causare, come nelle altre occasioni citate, l’implosione del sistema economico-finanziario americano da cui sarebbe molto difficile riprendersi.
Infatti, a essere toccate sarebbero questa volta gli operatori dell’economia reale, i quali non riuscirebbero neanche a garantire le riforme promesse dallo stesso Biden in campagna elettorale, come la transizione ecologica, l’abbattimento della disoccupazione e l’aumento delle garanzie per i lavoratori, tra cui il salario minimo garantito.
Le previsioni più ottimistiche
In una prospettiva migliore, in cui S&P prevede un tasso di insolvenza per lo stesso periodo di tempo considerato di solo il 3,5%, lo scenario potrebbe mutare e assumere contorni meno preoccupanti.
Come spiegato da Ben Harris, consigliere di Biden durante il suo periodo da vicepresidente dal 2014 al 2017, ci si potrebbe aspettare la prima metà del 2021 caratterizzata ancora da difficoltà economiche, per poi osservare un rimbalzo negli ultimi 6 mesi e un’uscita definitiva dalla crisi nel 2022.
Secondo Harris, la distribuzione del vaccino anti-Covid giocherà un ruolo decisivo nella ripresa, aiutata anche dall’aumento della spesa dei consumatori dopo i risparmi messi da parte nel periodo del lockdown.
In questa visione, se a Joe Biden venisse permesso di attuare tutte le politiche di stimolo proposte, e con il Senato dalla sua parte, potrebbe presto avverarsi una nuova stagione di crescita per l’America.
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