Il piano di salvataggio economico di Biden è legge, e Goldman Sachs rivede le sue stime sulla crescita dell’economia USA: +7% quest’anno e +5,1% nel 2022, ben oltre la media globale delle previsioni dell’OCSE.
Un diluvio di liquidità sul sistema USA. A sciogliere le redini al nuovo pacchetto di stimoli fiscali da 1.900 miliardi di euro, dopo il doppio disco verde al Congresso, ci ha pensato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, tramutando in legge il piano di salvataggio dell’economia statunitense, di fatto il sesto intervento di Washington dall’inizio della pandemia.
I mercati esultano, e così Goldman Sachs rivede al rialzo le sue stime sulla crescita del Pil USA nel 2021 e nel 2022, ben oltre la media globale tracciata ad inizio marzo dall’OCSE.
L’economia USA vola con gli stimoli di Biden
Secondo la banca d’affari newyorchese, infatti, la liquidità pompata da Washington porterà gli Stati Uniti in scia della Cina, +7% nel 2021, con la possibilità di un ulteriore rimbalzo del 5,1% - superiore alle prime stime, +4,5%, e al consensus, +3,8% - nel 2022.
Per fare un raffronto, ad inizio marzo l’OCSE ha rivisto al rialzo le sue previsioni sulla crescita del Pil globale nel biennio 2021-2022, ma i numeri sono più deboli rispetto a quanto prospettato da Goldman Sachs per l’economia USA: +5,6% quest’anno e +4,3% nel 2022, con l’Italia sotto la media a +4,1% e +4%.
Ma l’accelerazione degli Stati Uniti, a livelli che non si vedevano dai tempi di Ronald Reagan, non è dettata solo dalle maglie larghe di Washington sugli indennizzi economici e i bonus anti-Covid. Dietro alle stime rialziste c’è infatti anche il passo sostenuto delle vaccinazioni: le 107 milioni di dosi sin qui somministrate collocano gli Stati Uniti al primo posto nella classifica globale, seppur dietro a Israele, Emirati Arabi, Cile e Regno Unito in termini di percentuale della popolazione immunizzata.
Insomma, il tandem vaccini-stimoli funziona e fa volare l’economia USA, e anche sul fronte lavoro – uno dei principali grattacapi della Fed – è previsto un riassestamento dopo gli scossoni pandemici. Secondo Goldman Sachs il tasso di disoccupazione, attualmente al 6,5%, scenderà al 4% entro la fine del 2021, per toccare i minimi di cinquant’anni nel 2022, a quota 3,5%.
Cosa può imparare l’Italia dal piano di stimolo USA
E l’Italia? Come accennato, l’OCSE vede una crescita del 4,3% e del 4% nel biennio 2021-2022, mentre Goldman Sachs punta più in alto, +6% entro la fine dell’anno, anche se il balzo non sarà sufficiente per compensare il tracollo dell’8,8% del 2020, uno dei dati più deboli dell’Eurozona. Per tornare sui livelli del 2019 si dovrà attendere il 2022, quando il Pil italiano rimbalzerà ancora del 3,5% secondo la banca d’affari newyorchese.
Il Governo Conte II, e il nuovo corso Draghi, hanno battuto e continuano a battere la strada degli stimoli e delle compensazioni, con i decreti Ristori che hanno portato a cinque scostamenti di bilancio nell’ultimo anno, pari a 130 miliardi di euro. E la squadra di Draghi è già al lavoro sul nuovo decreto Sostegni, quest’ultimo destinato a ristorare le attività economiche fiaccate dalla terza ondata pandemica e dalle conseguenti misure restrittive, con un ulteriore indebitamento da 20 miliardi di euro.
Eppure, non mancano le stonature nei conti. L’Italia è di fatto al terzo posto nell’Area Euro per volume delle misure espansive, dietro solo a Germania e Francia, ma i ristori pro capite si sono attestati a 1.979 euro, fanalino di coda di quell’UE che vanta una media di 2.518 euro a persona.
Insomma, c’è ancora molto lavoro da fare, e le sorti dell’Italia rimangono ancorate alla campagna vaccinale, rallentata dai dietrofront delle Big Pharma sulle forniture e dallo stop ai sieri AstraZeneca, e soprattutto al Recovery Fund, 191,5 miliardi di euro a cui il Governo Draghi potrà attingere una volta messo a punto il Pnrr, ovvero lo strumento che andrà a delineare gli interventi e le riforme per riaccendere il motore dell’economia.
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