Vaccini in Europa: a che punto siamo? La risposta in un grafico

Violetta Silvestri

7 Agosto 2021 - 13:01

Vaccini, variante Delta, terza dose: a che punto siamo in Europa? Ormai l’immunizzazione è l’unica via di uscita dalla pandemia. Come sta andando la campagna in Europa? Il grafico

Vaccini in Europa: a che punto siamo? La risposta in un grafico

Vaccini in Europa: il target del 70% della popolazione completamente immunizzata a fine estate potrebbe essere raggiunto.

Il condizionale, comunque, resta obbligatorio, considerando che finora gli obiettivi raggiunti a livello europeo sono sotto la soglia, e con differenze tra gli Stati.

Cosa aspettarsi sulla campagna di immunizzazione, mentre si diffonde la variante Delta? Quanti europei sono stati pienamente vaccinati? La risposta in un grafico.

Vaccini in Europa: il punto sugli immunizzati

No, il 70% della popolazione europea non ha le due dosi di vaccino. Il target fissato per l’estate, visto che siamo ad agosto, potrebbe sfumare.

A che punto siamo in Europa con l’immunizzazione? Un grafico elaborato da Ispi lo ha messo in evidenza: ad oggi il 60% dei cittadini europei ha ottenuto la completa copertura vaccinale, con la soglia del 70% superata solo da chi è stato inoculato con la prima dose.

Considerando, però, il problema attuale della variante Delta, che può essere fermata solo da una doppia dose, il focus resta la totale copertura.

Il grafico si riferisce alle persone adulte:

Persone vaccinate in Europa

Secondo gli esperti, comunque, anche l’obiettivo 70% risulterà poco utile per far uscire l’Europa dal tunnel pandemia. E questo perché nel frattempo la variante Delta ha complicato il quadro: il ceppo virale più aggressivo, infatti, impone un 90-95% di persone con doppia dose per avere l’immunità di gregge.

Punti di forza e di debolezza della vaccinazione in UE

Nella corsa al vaccino che il mondo intero sta intraprendendo, l’Unione Europea mostra alcuni punti di forza.

I 27 membri dell’UE, la cui campagna è stata perseguitata da iniziali ritardi e carenze, sta ottenendo buoni risultati più velocemente della maggior parte dei Paesi sviluppati.

Alcuni Stati comunitari, per esempio, stanno vaccinando più velocemente della media dell’intero blocco e del Regno Unito, che ha iniziato prima di tutti: la Danimarca sta gestendo una media mobile su sette giorni di 0,97 dosi giornaliere per 100 persone; Francia 0,82; Belgio 0,80; Portogallo e Irlanda 0,77; Spagna 0,73 e Italia 0,72.

Non solo, Francia, Spagna e Italia hanno recentemente riportato tassi di vaccinazione alla prima dose fino al 40% nella fascia di età dai 12 ai 17 anni. La Gran Bretagna, in confronto, ha soltanto annunciato che presto inizierà a estendere la sua offerta di vaccini agli over 16.

Sul fronte terza dose, poi, Francia e Germania si starebbero già attrezzando, mandando in fumo l’appello accorato dell’OMS di stoppare ulteriori iniezioni fino a settembre per utilizzare tali dosi nei Paesi.

I punti deboli? Oltre la variante Delta e l’ostinazione di gruppi no-vax, il successo dei vaccini in Europa è tutt’altro che trasversale: Stati membri più poveri come Romania e Bulgaria, con servizi sanitari pubblici meno dotati rispetto a vicini più ricchi come Germania e Paesi Bassi, stanno lottando, con appena il 26% e il 15% di le loro popolazioni vaccinate con almeno una dose.

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