Visti i ritardi nelle consegne e i buoni risultati in Scozia, l’Unione Europea potrebbe cambiare strategia sul fronte vaccini: ok all’unica dose allungando poi i tempi per il richiamo, una strategia che consentirebbe all’Italia di accelerare.
L’Europa vuole un cambio di passo sul fronte del vaccino anti-Covid e, nel Consiglio Europeo dove farà il suo debutto il nuovo Presidente del Consiglio Mario Draghi, potrebbe essere deciso un cambio di strategia.
I problemi sono noti: a causa dei ritardi e dei tagli alle forniture da parte della case farmaceutiche, le campagne vaccinali degli Stati membri sono in forte ritardo rispetto a quanto inizialmente preventivato.
In più la scelta di seguire le indicazioni dell’Oms, che ha raccomandato di praticare un richiamo a stretto giro, sta costringendo l’Italia a lasciare nei frigoriferi una parte dei vaccini a disposizione per avere una sorta di scorta.
Sono questi i due grandi nodi che il Consiglio Europeo dovrà sciogliere: se per aumentare la produzione è in atto un pressing sulla case farmaceutiche per la condivisione dei brevetti, visti i buoni risultati in Scozia per dare da subito un’accelerata la strada da percorrere potrebbe essere quella dell’unica dose del vaccino.
Vaccino, adesso si passa alla dose unica?
In Italia al momento sono tre i vaccini in uso Pfizer, Moderna e AstraZeneca. Per i primi due, la strategia è quella di un richiamo dopo tre settimane dalla prima dose, mentre per quello targato Oxford-Pomezia si può arrivare fino ai tre mesi.
In Scozia e in Israele dove, con gli stessi a vaccini a disposizione, si è invece optato per una unica dose e tempi più lunghi per il richiamo, i risultati di tutti i test finora starebbero dando risultati più che soddisfacenti.
L’Unione Europea così potrebbe optare per un cambiamento in corsa: una unica dose a tutti e non solo per chi ha già avuto il Covid, con un richiamo postdatato rispetto all’attuale tabella: più persone protette mantenendo alti i livelli di immunizzazione.
Così facendo in Italia e negli altri Paesi dell’Unione si potrebbe così accelerare sopperendo ai ritardi delle consegne, specie dopo l’annuncio di AstraZeneca che dimezzerà le sue consegne anche nel secondo trimestre del 2021.
Il Consiglio Europeo sarà però chiamato anche ad affrontare la questione dei brevetti: l’obiettivo è quello di una condivisione per produrre i vaccini in più Paesi, aumentando così la disponibilità.
Dopo l’incontro al MISE con le aziende nostrane, l’Italia vista la mancanza di bioreattori e i tempi lunghi per una completa riconversione, potrebbe nel caso entrare in gioco con diversi siti già pronti soltanto per l’infialamento ma non per la produzione.
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