Il Vietnam scavalca la Cina come primo Paese asiatico per crescita economica nel 2020. Un risultato storico raggiunto grazie alla gestione ottimale della pandemia da Covid-19.
Il Vietnam batte la Cina e si aggiudica il posto di primo Paese asiatico per crescita economica del 2020. Un risultato storico che proietta lo Stato del sud-est dell’Asia in una forte ascesa anche nel prossimo futuro.
Come rivelato dal Governo di Hanoi, in nessun trimestre si è assistito a una contrazione del Prodotto Interno Lordo, permettendogli di ottenere un’espansione del 2,9% rispetto al 2019 e superando Pechino che, nello stesso periodo di tempo, ha raggiunto il 2,3%.
Numeri che sorprendono ancora di più data la recessione globale causata dalla pandemia da Covid-19, la quale ha colpito pesantemente le maggiori economie del mondo, ma ha dato l’opportunità al Vietnam di scalare anche la classifica internazionale.
Diversi analisti, tra cui Bank of America, prevedono un aumento del PIL ancora più forte per il 2021, rivedendo le stime realizzate da Banca mondiale dal 6,7% al 9,3%.
Vietnam primo Paese asiatico per crescita economica del 2020
Uno degli elementi del successo vietnamita è sicuramente rappresentato dalla gestione della crisi pandemica, presa a modello per tutte le nazioni in via di sviluppo.
Infatti, nonostante la posizione geografica e i diversi scambi commerciali con la confinante Cina, in Vietnam si è registrato un numero limitato di contagi e di morti da coronavirus, rispettivamente fermi a 1.553 e 35, su una popolazione di 100 milioni di abitanti.
Lo Stato centrale ha imposto da subito misure restrittive molto rigide in grado di garantire un forte contenimento, dando priorità alla salute della popolazione locale e mettendo in secondo piano le preoccupazioni economiche.
Una strategia che ha dato i suoi frutti anche dal punto di vista finanziario, riuscendo negli ultimi 12 mesi ad alzare notevolmente il proprio volume delle esportazioni.
Un trend che dovrebbe continuare anche in futuro, poiché il Vietnam rappresenta uno dei maggiori Paesi di delocalizzazione della produzione. Inoltre, sono stati firmati diversi trattati commerciali bilaterali tra cui, i più importanti, con Unione Europea e Regno Unito.
Quali rischi per il 2021
Accordi che invece non sono stati raggiunti con gli Stati Uniti di Donald Trump, il quale a dicembre aveva bollato Hanoi come “Paese manipolatore di valuta”. Proprio da tale accusa deriva uno dei due maggiori rischi per la crescita economica del Vietnam.
In caso l’America attivasse della azioni punitive, in forma ad esempio di nuovi dazi sulle merci vietnamite, si potrebbe assistere a un’espansione meno forte di quanto previsto.
Tuttavia, come affermato dagli analisti della banca australiana ANZ, il nuovo presidente Joe Biden potrebbe non dare seguito alle minacce del suo predecessore.
Il vero punto debole in questa fase è invece rappresentato dal turismo, la cui drastica diminuzione potrebbe avere un’incidenza fino all’1,5 % sul PIL del 2021.
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