Whatsapp: truffa messaggio “chiamate a raffica”, cosa fare e come proteggersi

Matteo Novelli

26 Giugno 2019 - 09:53

Avete ricevuto un messaggio su WhatsApp che parla di chiamate a raffica da parte di call center stranieri? È una bufala, che potrebbe nascondere una nuova truffa.

Whatsapp: truffa messaggio “chiamate a raffica”, cosa fare e come proteggersi

Arriva una nuova truffa su WhatsApp: negli ultimi giorni diversi utenti stanno ricevendo un misterioso messaggio che nasconderebbe una forma di raggiro ben studiata. Il testo inviato è il seguente: “Stanno arrivando chiamate a raffica da +216 (Tunisia) +373 (Kosovo) +383 (Moldavia). Fanno solo uno squillo. Se rispondi o richiami, ti parte automaticamente un abbonamento da 7€ alla settimana a siti di giochi da cui è quasi impossibile disdirlo. Fa’ girare”. Cosa fare e come difendersi da questa nuova truffa online?

Il messaggio, scritto in un italiano corretto e a prova di sospetti, nasconde una vera e propria insidia che espone gli utenti a diversi rischi. Tuttavia, proteggersi e riconoscere la natura malevola del testo è abbastanza semplice anche se non si è proprio degli esperti in materia. Ecco tutto quello che sappiamo.

Truffa WhatsApp finto messaggio chiamate a raffica: cosa fare

Se avete ricevuto il seguente messaggio la prima cosa da fare è informarsi: il testo potrebbe essere stato inoltrato a voi anche da un altro contatto e comprendere la vera natura o l’origine del testo fraudolento può non essere affatto semplice.

Prima di tutto sfatiamo immediatamente il contenuto allarmistico del messaggio: non vi è alcuna pioggia di chiamate in corso e la ricezione delle stesse tramite WhatsApp non permette in alcun modo l’attivazione automatica dei servizi a pagamento.

Ricevere il messaggio non rappresenta in sé una vera e propria minaccia immediata, che potrebbe portare a intaccare il vostro credito residuo: dietro a questo tipo di catene di messaggi si nascondono intenti e interessi a lungo termini. Le aziende che inviano questo tipo di messaggi tentano di creare dei veri e propri profili degli utenti, radunando le informazioni raccolte in database da consultare per future campagne marketing aggressive.

Le famose chiamate da call center, o i messaggi promozionali ricevuti senza motivo: spesso dietro queste forme di contatto si celano metodi non proprio legali, oppure un consenso dato fin troppo alla leggera da parte degli utenti in merito al trattamento dei propri dati personali.

Le truffe su WhatsApp crescono ogni giorno, l’ultima è quella del finto operatore Vodafone. Sull’argomento si è espresso anche Pavel Durov, fondatore dell’app rivale Telegram: “Ogni volta che WhatsApp deve risolvere una vulnerabilità nella app, sembra venirne fuori una nuova al suo posto. Non sarà mai sicura”

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