A Zelensky conviene una terza guerra mondiale? Cosa sta succedendo in Ucraina

Alessandro Cipolla

03/06/2022

Con Regno Unito e Stati Uniti che forniranno a Kiev missili a medio e lungo raggio, aumentano i rischi di una terza guerra mondiale: con la Russia che controlla il 20% del territorio dell’Ucraina, solo con un intervento della Nato Zelensky potrebbe salvare il suo Paese?

A Zelensky conviene una terza guerra mondiale? Cosa sta succedendo in Ucraina

Cui prodest una terza guerra mondiale? Una domanda questa che tutti ci stiamo ponendo dallo scorso 24 febbraio, giorno in cui Vladimir Putin ha deciso di dare il via a quella che ancora si ostina a chiamare una “operazione speciale” in Ucraina.

Finora molti analisti a riguardo hanno puntato il dito contro gli Stati Uniti, soprattutto per il comportamento spesso incendiario tenuto da Joe Biden anche se, in questa sorta di gara nell’aumentare la tensione internazionale, il presidente americano ha trovato un degno avversario nel primo ministro inglese Boris Johnson.

Dopo settimane in cui le trattative diplomatiche sono state ferme al palo, puntuali come un orologio svizzero ecco che Biden e Johnson, appena si è aperta una nuova possibilità di colloqui di pace in Turchia, hanno annunciato l’invio di missili a medio e lungo raggio in Ucraina.

Il Regno Unito così ha confermato l’invio a Kiev di sistemi missilistici M270 a lungo raggio. A stretto giro anche Washington ha reso noto un nuovo stanziamento di 700 milioni di dollari per mandare in Ucraina i missili Himars, che hanno una gittata di 80 chilometri.

Per il Segretario di Stato americano Anthony Blinken, Kiev ha promesso “di non usare i nuovi rifornimenti per attaccare la Russia oltre i propri confini”. Se questa parola data però non dovesse essere mantenuta, potrebbero bastare pochi missili caduti in territorio russo per generare una escalation bellica che, quasi inevitabilmente, rischierebbe di trascinare la Nato in una terza guerra mondiale.

Missili e terza guerra mondiale

Dopo cento giorni di guerra, Volodymyr Zelensky ha affermato che al momento la Russia occupa il 20% del territorio ucraino. Soprattutto nel Donbass i combattimenti sarebbero durissimi, con le truppe di Mosca che dopo aver conquistato la strategica Lyman avrebbero ormai in pugno anche Severodonetsk.

Le perdite per stessa ammissione di Kiev sarebbero notevoli, ma adesso le continue richieste di ulteriori armi da parte del governo ucraino sono state esaudite da Stati Uniti e Regno Unito.

Questo vuol dire che l’Ucraina, grazie a questi missili a medio e lungo raggio, adesso potrà invertire il corso della guerra? Probabilmente no, visto che la Russia finora non ha usato nessuna delle sue armi più potenti e distruttive. Inoltre dopo gli errori iniziali, Mosca nelle ultime settimane avrebbe trovato la sua quadra militare.

La dotazione di missili del genere però potrebbe aumentare il rischio di una terza guerra mondiale: se il territorio russo venisse colpito, a quel punto Mosca si potrebbe “vendicare” con chi ha fornito i vettori come più volte minacciato in questi tre mesi.

Cosa conviene all’Ucraina?

Sono armi con le quali in teoria da Kharkiv gli ucraini potrebbero colpire il territorio russo. Basterebbe una selva di razzi Mlrs contro Belgorod per innescare una reazione che Mosca ha sempre minacciato immediata e durissima - ha dichiarato al Fatto Quotidiano Gianandrea Gaiani della rivista Analisi Difesa - Per rappresaglia potrebbe colpire linee di rifornimento occidentali in territori della Nato, innescando così un’ escalation che non è negli interessi della Russia né sicuramente dell’Europa ma solo nell’interesse degli ucraini”.

Per Gaiani “Zelensky in difficoltà, travolto militarmente nel Donbass e oltre, avrebbe come unica possibilità quella di allargare il conflitto per non soccombere”. In sostanza una terza guerra mondiale sarebbe il solo modo per l’Ucraina di non essere travolta dalla lenta, ma costante, avanzata dell’esercito russo.

Il giorno dopo l’inizio della guerra, Volodymyr Zelensky ha affermato che l’Ucraina è stata lasciata “sola a combattere contro la Russia”. Il presidente ucraino invece ora ha spiegato che “le armi Usa salvano il nostro popolo”.

Nonostante le armi fornite dall’Occidente, Kiev però potrebbe non reggere a lungo di fronte ai bombardamenti continui da parte della Russia: una pioggia di missili che poi va a spianare la strada all’avanzata della fanteria tra le rovine delle varie città come avvenuto a Mariupol prima e ora anche a Severodonetsk.

Se la Nato si dovesse limitare anche nei prossimi mesi a fornire soltanto armi a Kiev, le percentuali di una vittoria militare sul campo per l’Ucraina appaiono essere assai esigue. Una lunga guerra poi sarebbe una autentica carneficina per civili e militari, senza contare le conseguenze economiche per l’Europa.

Se invece il conflitto dovesse allargarsi anche agli Alleati, a quel punto l’Occidente potrebbe salvare l’Ucraina ma al costo di dare il via a una terza guerra mondiale potenzialmente anche nucleare.

Senza una soluzione diplomatica, ogni possibile epilogo di questa guerra appare essere drammaticamente plumbeo.

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