16 anni è il limite di età per poter lavorare in Italia, ma esistono diversi limiti riguardo gli orari e la tipologia di lavoro: ecco impieghi consentiti e quelli vietati.
Da che età si può lavorare? In Italia il limite per poter svolgere un’attività lavorativa salariata è 16 anni compiuti, e il datore che assume o impiega - anche senza contratto - un minore di 16 anni rischia gravi conseguenze, in alcuni casi persino l’arresto.
Quindi è possibile lavorare prima dei 18 anni ma bisogna attenersi a precise regole stabilite dalla legge che servono a tutelare la salute fisica e mentale del giovane lavoratore.
Per questo chi inizia a lavorare a 16 o 17 anni dovrà avere delle condizioni contrattuali diverse rispetto agli altri dipendenti riguardo turni, pause e riposi settimanali.
Inoltre è previsto per legge un lungo elenco (qui in allegato) di lavori vietati sotto i 18 anni.
A CHE ETÀ SI PUÒ INIZIARE A LAVORARE: TUTTE LE INFO SUL LAVORO MINORILE
A che età si può lavorare: cosa dice la legge in Italia
L’articolo 37 della Costituzione prevede che sia la legge a stabilire il limite minimo per iniziare a lavorare e come riferimento normativo dobbiamo prendere l’articolo 3 della legge 977/1967 poi modificato dall’articolo 5 del D.Lgs 345/1999 dove è stabilito che:
“L’età minima di ammissione al lavoro è fissata al momento in cui il minore ha concluso il periodo di istruzione obbligatoria e comunque non inferiore ai 15 anni compiuti”.
A questo limite nel 2007 se ne è aggiunto un altro previsto dalla legge finanziaria: il minore prima di entrare nel mondo del lavoro deve avere alle spalle almeno 10 anni di istruzione. E visto che alla scuola elementare si accedere a 6 anni va da sé che è vietato lavorare prima di aver compiuto il sedicesimo anno di età.
Quali lavori sono vietati prima dei 18 anni
Se è vero che a partire dai 16 si può lavorare è anche vero che molte tipologie di impiego sono vietate, poiché ritenute pericolose per la crescita psico-fisica del ragazzo/a. Tra i lavori vietati troviamo quelli:
- che prevedono il contatto con agenti chimici e biologici;
- con animali pericolosi e feroci;
- eccessivamente faticosi (come scarico e carico merci pesanti);
- in cave, gallerie e miniere;
- pulitura fibre tessili;
- macellerie con strumenti pericolosi e taglienti.
Qui l’elenco completo:
Orari di lavoro, turni e riposi
Nei casi in cui il lavoro a partire dai 16 è ammesso, datore di lavoro e minore devono attenersi a precisi vincoli di orario. Infatti i minori di 18 anni non sono equiparati ai maggiorenni e per questo devono avere turni e mansioni meno faticosi.
L’orario di lavoro dei minori non può mai superare le 8 ore giornaliere e sono vietati gli straordinari oltre le 40 ore settimanali. Almeno ogni 4 ore e mezza di lavoro il minore ha diritto ad una pausa di almeno un’ora, in alcuni casi ridotta a mezz’ora (dipende dal CCNL).
Anche il riposo settimanale è diverso: chi lavora prima dei 18 anni ha diritto ad un periodo di riposo di almeno due giorni a settimana, uno dei quali deve essere la domenica (tranne nel settore dello spettacolo, pubblicità, turismo, ristorazione e cultura).
Il riposo settimanale può essere ridotto solo per comprovate motivazioni organizzative ma non deve mai scendere sotto le 36 ore consecutive.
Ai minori è vietato il lavoro notturno, ovvero nella fascia oraria dalle 22.00 alle 6.00 oppure dalle 23.00 alle 7.00; a tale per il tempo strettamente necessario.
Visite mediche obbligatorie
Prima di procedere all’assunzione, il datore che intende impiegare un minore deve valutare i rischi connessi all’attività e mettere l’ambiente in sicurezza. Inoltre il minore è obbligato a sottoporsi ad una visita medica (con cadenza annuale) pre-assuntiva per verificare l’idoneità alle mansioni che andrà a svolgere, fino al compimento dei 18 anni.
La visita viene effettuata da un medico del Servizio Sanitario Nazionale e ne deve essere data comunicazione al datore di lavoro e ai genitori o tutori legali del minore.
Eccezioni ammesse al limite di età minima
Esistono dei casi eccezionali in cui anche chi ha meno di 16 anni può lavorare:
- in attività di carattere artistico-culturale;
- nelle pubblicità;
- nel mondo dello spettacolo (teatro, televisione, canto e ballo).
In questi casi è necessario avere l’autorizzazione della Direzione provinciale del lavoro competente per territorio (quella nel luogo in cui si svolge l’attività lavorativa) e il consenso scritto dei genitori o dei tutori del minore.
Inoltre in caso di fotografie, video o audio dei minori è necessario che genitori/tutori firmino una specifica liberatoria.
L’autorizzazione specifica non serve nel caso di attività non retribuite organizzate dalla scuola o altri enti pubblici (ad esempio una recita o un open day).
Cosa rischia il datore che assume sotto i 16 anni o non rispetta le regole
Come abbiamo visto, la legge italiana garantisce una lunga serie di tutele contro il lavoro minorile per salvaguardare la salute fisica e mentale dei giovani sotto i 16 anni. Se il datore di lavoro non rispetta le regole stabilite possono esserci gravi conseguenze:
- arresto fino a 6 mesi per impiego di minori al di sotto dei 16 anni e ammenda fino a 5.164 euro;
- sanzione da 516 a 2.528 euro per impiego del minore in ambienti di lavoro proibiti oppure in fasce orarie non consentite;
- multa fino a 2582 euro per mancato rispetto delle norme sul lavoro minorile sul settore dello spettacolo.
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