Approvata la riforma del reato di abuso d’ufficio prevista nel decreto legge per la semplificazione amministrativa: addio “sindrome della firma”. Ecco cosa cambia sotto il profilo legale.
La disciplina dell’abuso d’ufficio sta per cambiare. Il Governo ha approvato (anche se “salvo intese”) il nuovo decreto Semplificazioni che al suo interno prevede una riforma sostanziosa al reato di abuso d’ufficio..
L’articolo 323 del Codice penale viene modificato nell’ottica di circoscrivere la responsabilità dei funzionari pubblici, che spesso per paura delle sanzioni scelgono di non firmare atti e procedimenti, cosa che origina la cosiddetta “sindrome della firma”.
D’ora in avanti, invece, pubblici ufficiali e incaricati di pubblici uffici risponderanno penalmente solo in caso di violazioni tassativamente elencate e specifiche., così elimina ogni margine di discrezionalità.
Un punto che è stato dibattuto anche della forze di maggioranza e che probabilmente sarà oggetto di un acceso dibattito in sede parlamentare.
Abuso d’ufficio funzionari pubblici: le novità del dl Semplificazioni
Obiettivo primario dell’Esecutivo è alleggerire il carico burocratico e migliorare l’efficienza della Pubblica amministrazione, e per farlo sarà necessario interviene sul dettato del Codice penale e modificare l’articolo dedicato all’abuso d’ufficio.
Il fine non è eliminare o ridurre la portata del reato - come ha precisato Conte in conferenza stampa - ma definire in maniera chiara e precisa gli ambiti di responsabilità dei funzionari pubblici.
Infatti ai sensi del dettato attualmente in vigore i pubblici ufficiali sono responsabili per la violazioni di “leggi e regolamenti”, una formula troppo ampia e generica che spesso spinge i funzionari a non agire per paura di infrangere la norma.
Invece il Governo intende specificare le condotte vietate ed eliminare i margini di discrezionalità, così da favorire la trasparenza dei procedimenti e dare slancio all’operatività dei funzionari diligenti.
Danno erariale della Pubblica amministrazione
Altro punto del nuovo decreto legge riguarda il danno erariale. Al riguardo è prevista una disciplina derogatoria fino al 31 luglio 2021: la responsabilità per danno erariale viene limitata al dolo per quanto riguarda le azioni, invece per le omissioni è punibile sia a titolo di dolo che di colpa (come prevede la normativa attuale).
In tal modo lo Stato persegue con maggiore severità chi non agisce per inerzia o negligenza rispetto a chi compie azioni anche se con errori formali.
Il ruolo della Corte dei conti
Nella riforma assume un ruolo centrale la Corte dei conti, organo di vigilanza in materia fiscale sulle entrate e le spese pubbliche.
Il testo in discussione prevede un ulteriore “controllo concomitante” sull’erogazione di contributi e trasferimenti verso i soggetti - sia pubblici che privati - destinatari dei finanziamenti. In altre parole, la Corte dei conti potrà estendere i poteri di controllo e vigilanza sulle amministrazioni statali e anche sugli enti territoriali.
Novità principale è il potere della Corte di nominare commissari ad acta per ogni procedimento e per rimuovere le irregolarità e le inerzie riscontrate; la nomina del commissario deve però essere preceduta da un contraddittorio con le amministrazioni statali e territoriali coinvolte.
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