Accertamento fiscale, come ridurre i termini da 5 a 3 anni

Patrizia Del Pidio

21 Marzo 2025 - 13:22

L’accertamento fiscale, che solitamente può arrivare entro 5 anni, può avere un termine ridotto a 3 anni. Vediamo chi può beneficiarne e come.

Accertamento fiscale, come ridurre i termini da 5 a 3 anni

Se un’impresa rispetta determinate condizioni può ridurre i termini entro i quali l’Agenzia delle Entrate potrà fare un accertamento fiscale da 5 a 3 anni per l’Iva e redditi di un anno di imposta.

La riduzione dei termini dell’accertamento fiscale di due anni va a limitare il periodo in cui l’Ade può effettuare controlli su Iva e imposte sui redditi. I termini normali dell’accertamento sono fissati, infatti, in 5 anni, ma per le imprese che rispettano precise regole il termine è ridotto a 3.

Con l’agevolazione in questione l’amministrazione tributaria vuole premiare le imprese più virtuose andando a incentivare la trasparenza fiscale. Per avere diritto a questo beneficio, però, le condizioni da rispettare sono piuttosto rigide.

Riduzione dei termini di accertamento, le condizioni

L’impresa per ottenere la riduzione dei termini di accertamento deve rispettare determinate condizioni.

La prima riguarda la tracciabilità dei pagamenti: per tutte le entrate e le uscite superiori a 500 euro si devono utilizzare bonifici, assegni non trasferibili o carte di credito.

La seconda prevede l’invio telematico della fattura elettronica per ogni operazione, in alternativa va bene anche registrate i corrispettivi telematicamente.

All’impresa, inoltre, è richiesto di indicare il rispetto della condizione che porta a una riduzione dei termini di accertamento nella dichiarazione dei redditi e nello specifico:

  • se si utilizza il modello Redditi PF o SP nel rigo RS136;
  • se si utilizza il modello Redditi ENC nel rigo RS269.

Chi può beneficiare della riduzione e scadenze termini

Può beneficiare della riduzione il lavoratore autonomo, il professionista o l’impresa che rispetta le condizioni sopra illustrate. Chi ha diritto all’agevolazione vede i termini di accertamento sulle imposte sul reddito e l’Iva scadere nel giro di 3 anni e non deve attenderne 5.

Per comprendere meglio come la riduzione opera facciamo qualche esempio.

Supponiamo che un lavoratore autonomo abbia rispettato le condizioni richieste e indicato nella dichiarazione dei redditi 2024, per l’anno di imposta 2023, di aderire alla condizione: i termini per l’accertamento si chiudono il 31 dicembre 2027 (anziché il 31 dicembre 2029).

Per chi dovesse aderire alla riduzione dei termini nella dichiarazione dei redditi 2025, i termini entro cui ricevere un accertamento si chiuderanno entro il 31 dicembre 2028 (anziché il 31 dicembre 2030).

Solitamente, infatti, l’Agenzia delle Entrate ha 5 anni di tempo per fare accertamenti formali sulle dichiarazioni presentate dai contribuenti e dalle imprese (sia sull’Iva che sui redditi dichiarati). I termini partono dall’anno successivo a quello di presentazione della dichiarazione stessa. In caso di dichiarazione omessa, invece, il tempo a disposizione dell’amministrazione tributaria per effettuare controlli è più lungo e arriva a 7 anni, sempre a partire dall’anno successivo a quello in cui la dichiarazione doveva essere presentata.

Con la riduzione dei termini, che non può riguardare una dichiarazione omessa, visto che il beneficio va indicato proprio nella dichiarazione, gli anni in cui si può essere oggetto di un accertamento fiscale si riducono a tre.

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